ROMA – “L’export del gas dalla Libia è a rischio stop per gli attacchi ai Terminal”. Eni lancia l’allarme mentre i manifestanti assediano l’impianto. Paolo Scaroni, amministratore delegato di Eni, ha comunque assicurato che “non ci sono approvvigionamento verso l’Italia”.
Scaroni in un’intervista a Radio1 spiega: “Proprio in queste ore il terminal di Mellitah da cui parte il gasdotto Greenstream, che raggiunge la Sicilia, è sotto attacco da parte di manifestanti che ci stanno spingendo a chiudere completamente le esportazioni verso l’Italia”. Nonostante l’ad Eni abbia confermato l’attacco, precisa comunque che le forniture verso l’Italia non sono a rischio.
Il Corriere della Sera scrive:
“Fonti vicine all’impianto di produzione hanno comunque assicurato al Corriere della Sera che la situazione è ampiamente sotto controllo e che le proteste si sono placate, nelle ultime ore. E che pertanto la produzione resta attiva. Da una settimana, come riporta l’Afp, rappresentanti dell’etnia amazigh hanno organizzato sit-in e manifestazioni davanti all’impianto di Mellitah al fine di ottenere dallo Stato libico i diritti di lingua e culturali che erano riconosciuti dalla vecchia Costituzione alle minoranze etniche (oltre agli amazigh, anche toubou, e tuareg)”.
Scaroni placa gli animi, ma si è detto comunque preoccupato per la situazione:
«Sul presente soffriamo la situazione di disordine perché la Libia è il primo paese in cui operiamo – ha detto Scaroni – Da lì arriva circa il 15% dei nostri idrocarburi e soffriamo anche la situazione in Nigeria che sta attraversando un momento di grande difficoltà dal punto di vista dell’ordine pubblico».