ROMA – Sulle nostre bollette del gas pende una spada di Damocle da 430 milioni, frutto di una presunta mega beffa di quelli che il Corriere della Sera del 21 febbraio chiama i “furbetti del gas”. Una storia iniziata a fine 2011 per una serie di ingenti acquisti di gas da Snam mai pagati e venduti ai clienti finali sfruttando buchi nelle normative: il rischio, nonostante le assicurazioni dell’Authotity, è che i clamorosi ammanchi finiscano per essere colmati dai poveri utenti, con una lievitazione delle tariffe, un po’ come è successo con la Robin-tax. Cosa successe nel dicembre 2011?
Finalmente, dopo tanto aspettare, viene aperto il mercato del gas: a Snam, che è il fornitore più grande, viene assegnata la gestione della Borsa del gas cui partecipano venditori e trader. Snam gestisce perché è l’unico soggetto che garantisce i volumi necessari. Chi partecipa, deve esibire garanzie finanziarie tali da impedire speculazioni finanziarie indebite.
Qualcuno fa ricorso e il Tar gli dà ragione: niente garanzie. A questo punto tra gli operatori entrano soggetti spregiudicati, che approfittano del vuoto normativo, colmato solo qualche mese dopo: comprano senza averne titoli e coperture finanziarie e rivendono realizzando il profitto. Incassano e poi spariscono. Qualcuno si pente, si mette in regola e avvia una transazione. Altri restano nell’ombra. Snam, a questo punto, cerca di chiudere tutte le posizioni aperte, di rientrare insomma, mentre con gli inadempienti cronici non c’è niente da fare. L’Authority alla fine, promuove un’inchiesta ma intima a Snam di risolvere il problema perché non avrà diritto a rimborsi.
Nel frattempo, la prima stima della truffa, quando furono reintrodotte le garanzie, lievita da 300 milioni a 430. Senonché, arriva un’altra complicazione: 30 dei milioni frutto della beffa sono ascrivibili a fidejussioni false, roba da codice penale. E infatti l’inchiesta della Authority viene praticamente bloccata perché cambia l’amministrazione del reato. Da ottobre scorso si doveva finire a fine anno, poi l’ulteriore rinvio. Ora, dicono che per l’utente finale no cambia niente. Ma quelle perdite Snam a chi le accollerà?
