Gazprom taglia le forniture. Rischio stretta energetica tra Russia e Iran

ROMA, 4 FEB – Gazprom, il colosso russo del gas, ha ammesso oggi di non essere in grado di dare all’Europa occidentale le forniture supplementari richieste per far fronte all’emergenza maltempo. Anche oggi Snam Rete Gas registra dall’ingresso di Tarvisio un calo del 30% dei rifornimenti.

Dopo un botta e risposta di affermazioni contrastanti fra Mosca e Unione Europea oggi il Ceo di Gazprom Alexander Krulgov ha ammesso: ”Gazprom non e’ attualmente in grado di fornire ai partner dell’Europa orientale i volumi di gas richiesti”. Krulgov ha assicurato che i volumi di gas previsti dai contratti di fornitura in corso con l’Europa vengono rispettati. Ma tuttavia, ha riconosciuto che, ”per alcuni giorni” si sono dovute ridurre del 10% le forniture a causa del maltempo.

Il numero uno di Gazprom ha anche assicurato che, appena finita l’emergenza, i rifornimenti ritorneranno ai livelli normali.

Contemporaneamente alle dichiarazioni di Krulgov sono arrivate attraverso la agenzia Ria Novosti le parole di Vladimir Putin. ”La priorita’ di Gazprom – ha detto il primo ministro – e’ quella di fornire il mercato nazionale”. Premesso questo, Putin ha chiesto a Gazprom di soddisfare le richieste europee una volta soddisfatte le necessita’ interne. ”Vi chiedo di fare tutti gli sforzi per soddisfare le necessita’ dei nostri partner stranieri, garantendo pero’ l’obiettivo principale della compagnia energetica che e’ quella di rispondere ai bisogni interni della Russia” ha detto.

Nei giorni scorsi Gazprom è stata accusata di aver tagliato le forniture di Gas all’Europa riducendo in particolare i flussi verso Germania, Polonia, Slovacchia, Austria, Ungheria, Bulgaria, Romania, Grecia e Italia. Da quattro giorni a questa parte il flusso di gas verso l’Italia e’ in diminuzione. Ai punti di ingresso di Tarvisio gli arrivi di gas dalla Russia verso l’Italia sono via via diminuiti: dell’11% il primo febbraio, del 20% il giorno dopo e del 30% il tre febbraio e ancora oggi del 30%.

E sempre nei giorni scorsi il direttore generale di Gazprom Export Alexander Medvedev ha accusato l’Ucraina, che controlla i gasdotti che trasportano il gas verso l’Europa, di ”assorbire quotidianamente volumi di gas equivalenti a 60 miliardi di metri cubi l’anno, una quantita’ che supera significativamente i volumi contrattuali”.

Ieri l’Unione Europea ha attivato ”un gruppo di coordinamento per il gas” ma non ha ancora fatto scattare il ”meccanismo di emergenza” .

Non si preannunciano momenti floridi nemmeno dal fronte mediorientale. ”Non abbandoneremo il nostro programma nucleare, anche a costo di non vendere piu’ una goccia di petrolio”. A dirlo e’ stato oggi il ministro del Petrolio iraniano, Rostam Ghasemi, in una conferenza stampa in cui ha anche annunciato che, dopo l’embargo petrolifero deciso a Bruxelles, di certo ”il nostro export di petrolio verso alcuni Paesi europei cesserà”. Sugli altri, ha aggiunto, ”decideremo piu’ avanti”.

Un annuncio coerente con la linea dura annunciata ieri dalla Guida suprema Ali Khamenei, ma che lascia nell’indeterminatezza sul chi saranno i primi destinatari della misura tra i Paesi Ue.

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Daniela Lauria