Fukushima, gli Usa accusano il sistema di sicurezza

WASHINGTON – Il Mark 1, il sistema di contenimento del reattore di Fukushima, prodotto dalla General Electric da ormai quarant’anni, è vecchio, poco sicuro e andrebbe ridisegnato radicalmente. Lo pensano in tanti negli Stati Uniti, dopo l’incidente alla centrale giapponese che sta mettendo in ansia il mondo intero.

A mettere sott’accusa questo impianto, non sono solo ambientalisti anti-nuclearisti, ma anche scienziati e esperti indipendenti. Ne parla anche il Washington Post, raccontando che questo sistema, quando fu ideato, aveva il merito di essere più piccolo e meno costoso dei precedenti.

Ora però, alla luce del gravissimo incidente giapponese, il giornale si chiede se sia ancora sicuro o piuttosto andrebbe aggiornato per far fronte a gravi disastri come terremoti o tsunami.

La casa produttrice ovviamente fa quadrato: ”Il Mark 1 – sostiene la General Electric in una nota – è il nostro fiore all’occhiello, con un invidiabile record di sicurezza. Oggi ci sono 32 reattori di questo tipo in giro in tutto il mondo e non abbiamo mai registrato una rottura nel nostro sistema di contenimento”.

Ma in tanti non la pensano così. Secondo Ken Bergeron, fisico dei Sandia National Laboratories, il sistema di contenimento del Mark 1 è stato ideato per far fronte a incidenti di media gravità, non a gravi calamità: ”Purtroppo – spiega al Post – nella fase si progettazione, sono stati previsti sistemi di sicurezza a basso costo che vanno bene per problemi più o meno ordinari, ma che non funzionano quando una centrale è coinvolta in un disastro molto grave”.

E aumenta la paura in Pennsylvania, una degli stati a maggior concentrazione di impianti nucleari d’America. Qui, nel 1979 esplose la centrale di Three Mile Island, un incidente che provocò una grande protesta dell’opinione pubblica americana e lo stop alla costruzioni di nuove centrali. In questa zona, proprio attorno a Philadelphia, ci sono tre centrali nucleari con sistemi Mark 1.

Tuttavia, le agenzie federali e l’industria assicurano che non c’è alcun pericolo: i sistemi di sicurezza sono in grado di affrontare ogni emergenza perché sono stati aggiornati 10 anni fa, subito dopo gli attacchi delle Torri Gemelle. Ma anche da queste parti, gli ambientalisti la pensano in modo opposto. E lo denunciano da anni.

Per Michael Mariotte, direttore del Nuclear Information and Resource Service, tra i tanti sistemi di contenimento, quello del Mark 1 è ”uno dei peggiori”. ”Purtroppo – spiega Mariotte – sta succedendo tutto quello che molti di noi avevamo previsto molto tempo fa”.

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Maria Elena Perrero