HOGDALEN, SVEZIA – La spazzatura di Napoli diventa, nelle mani giuste – quelle degli scandinavi – un sacco di soldi. Basta solo un governo efficiente, qualche centrale di smaltimento ben equipaggiata, un organizzazione oliata, ed il gioco è fatto. E’ così che i rifiuti di Napoli – tonnellate di pattume che ammorbano una città, e che ne offuscano l’immagine – diventano, a diverse migliaia di chilometri di distanza, nella fredda Svezia, un’immensa opportunità e soprattutto diventano soldi. Il paese scandinavo guarda con interesse alla città partenopea perché – per continuare un business che si sta rivelando fruttuoso – ha bisogno di quello che la sua virtù rende raro, ovvero l’immondizia.
Quasi cento anni fa, la Svezia ha aperto il suo primo incineratore di rifiuti. Da allora, il trattamento dei rifiuti è diventata la prima fonte di energia nel paese al punto che oggi supera il petrolio e il gas e produce più energia che il nucleare e l’idroelettrico messi insieme. La biomassa – i materiali di origine animale e vegetale che sono utilizzati per la produzione di energia – è utilizzata abbondantemente per il riscaldamento e l’elettricità.
La maggior parte delle città svedesi sono di fatto riscaldata da centrali termoelettriche che bruciano spazzatura oppure il biogas risultato dal trattamento delle spazzatura. Oggi la gran parte dell’energia necessaria a Stoccolma è fornita dalla centrale di Högdalen e da altri impianti situati nelle vicinanze di zone residenziali.
Il lettore italiano non può a questo punto fare a meno di chiedersi cosa ne sia delle proteste dei cittadini costretti ad abitare vicino agli impianti. Ma le drammatiche immagini di cittadini in rivolta di fronte alla discariche non sono immaginabili qui in Svezia, dove di proteste riguardo agli inceneritori non ce n’è mai stata una. Ma la responsabilità non è nell’indole pacifica dei nordici.
Semplicemente, questi impianti sono molto efficienti ed ecologiche. I manager della centrale di Högdalen possono infatti spiegare con orgoglio che i gas che escono dalle loro ciminiere equivalgono, in termini di tossicità, al fumo esalato da tre fumatori per strada – un dato confermato dai dati dell’agenzia locale per la protezione dell’ambiente.
Il business della spazzatura negli anni si è sviluppato con successo, grazie anche a condizioni fiscali agevolate, con un enorme vantaggio per il benessere della società e dell’ambiente. Gli svedesi sono stati così bravi da dover importare spazzatura da Stavanger, città norvegese sede di importanti industrie petrolifere.
Oggi, la manna norvegese è finita, perché anche in Norvegia hanno cominciato a trasformare la spazzatura in una risorsa di energia. E’ per questo che infine la Svezia si è rivolta a Napoli dove la «munnezza» non finisce mai, inonda le strade ed è sempre e solo sinonimo di crisi, mai di opportunità.