Montalto, tra il Lazio e la Toscana. E Trino vercellese. E Latina. E Caorso in provincia di Piacenza. Sono i vecchi siti dismessi delle vecchie centrali nucleari italiane. Potrebbero diventare i siti delle nuove centrali. O forse ancora una località non ancora precisata della Sicilia e una della Sardegna. Dove metterle queste centrali è il primo dei problemi.
Il secondo è sapere quanto costerà il petrolio e il gas nel 2020/2030 data dell’ entrata in funzione del nuovo nucleare italiano. E’ il parametro per capire quanta convenienza economica c’è. Il costo per kw da nucleare infatti è noto e fisso, l’altro nessuno lo conosce. Infine nel 2030 dovrebbero essere disponibili le centrali di quarta generazione, cioè senza scorie (quelle appena approvate di tecnologia francese abbattono le scorire del 20 per cento ma continuano a produrle, con realtivo e irrisolto problema del sito di stoccaggio). Quindi qualche nuova centrale potrebbe nascere “vecchia”.
Ma al di là di questi dubbi e interrogativi, la scelta di ritorno al nucleare da parte del governo non incontra consistenti opposizioni e appare più che sopprtabile, se non addirittura gradita, alla pubblica opinione.