BRUXELLES, 15 GIU – Gli italiani hanno deciso di ''mettere una pietra sopra'' il nucleare per i prossimi 10 anni e di ''andare a tutto gas'' per soddisfare i loro bisogni di energia e per questo e' vitale per il nostro Paese, cosi' come per l'Europa, salvaguardare la sicurezza degli approvvigionamenti e delle infrastrutture, magari con l'istituzione di un'Autorita' Unica dell'Unione sul gas.
L'ad dell'Eni Paolo Scaroni descrive cosi' al Parlamento Europeo il quadro che nasce dopo la vittoria dei referendum contro il nucleare e ricorda come una piena interconnettivita' delle reti del gas in Europa, secondo le stime elaborate dal gruppo, potrebbe evitare emergenze nei Paesi e ridurre i rischi derivanti dalla dipendenza dal gas russo, arrivando a supplire a un eventuale blocco per un nuovo dissidio con l'Ucraina. ''E' una provocazione – spiega Scaroni – perche' non potremmo vivere senza il gas russo'', ma ''da' l'idea di quanto sia importanti i vantaggi di una reale interconnessione''. L'abbandono del nucleare in Germania e, seppure solo in parte in Giappone, sosterra' cosi' la crescita della domanda di gas nei prossimi anni.
Sulle turbolenze in Nord Africa, l'ad ripete ai parlamentari la stretta dipendenza dell'Europa dalle forniture di quell'area: il gasdotto che passa dalla Tunisia, i giacimenti dell'Egitto e dell'Algeria, ma si concede una punta di ottimismo: ''sono Paesi che hanno intrapreso un percorso senza maggiori traumi verso la democrazia''. Lo stesso per la Libia, dove l'Italia ''sta gestendo bene la situazione'' e dove il prossimo governo (''qualunque esso sia'', anche se Eni ha forti contatti con il Cnt di Bengasi) riprendera' a vendere idrocarburi. Per il momento la Libia non crea problemi e gas e petrolio arrivano da altri Paesi. In gergo Scaroni la chiama una situazione N -1, che potrebbe diventare difficile in caso di crisi in un altro Paese creando cosi' una situazione N -2.
Tornando al nucleare l'ad premette che la scelta degli italiani ''non e' discutibile'', e che l'Eni non e' mai stato parte in causa della vicenda. Scaroni pero' sottolinea come in fondo il no all'atomo rientri nell'allergia degli italiani a tutti quelle opere 'necessarie ma 'invasive' come inceneritori, discariche o autostrade. Certo e' difficile sapere se il nucleare fra diversi anni potrà essere piu' conveniente rispetto al gas: ''non so quale sara' il prezzo del gas e percio' non posso dire se il prezzo per Kw/h sara' piu' basso di quello prodotto con il nucleare''. Infine una parola sulle polemiche per i gasdotti Nabucco e South Stream: ''non sono in competizione fra loro''. ''Noi non siamo ne' partecipanti ne' concorrenti del Nabucco, che peraltro e' fatto da un associazione di aziende consumatrici. Noi abbiamo fatto piu' gasdotti di tutti, ma non abbiamo mai visto un progetto senza produttori fra i soci. Quindi per la nostra logica aziendale non e' un progetto solido'', ha concluso Scaroni.