Egregio Ministro dell’Ambiente Corrado Clini
Sappiamo quanta attenzione viene da Lei posta per affrontare i tanti problemi che quotidianamente emergono nella sua agenda e sulle cronache nazionali. Problemi che, talvolta, sono davvero delicati e richiedono il necessario intervento per essere affrontati e ricondotti a condizioni opportune e sostenibili. Logico il riferimento al caso Ilva, ma anche al caso Sulcis.
Ebbene, nel caso Sulcis sarebbe quanto mai opportuno approfondire le cose, come peraltro sembra aver potuto fare l’On.le Antonio Tajani che suggerisce al Presidente della Regione Sardegna di sostenere il “Progetto Sulcis” e di approfondire i termini dei Bandi Ue disponibili ed in itinere a breve per lo sviluppo appunto delle tecnologie CCS, che si inquadrano perfettamente nel contesto del Trattato 20-20-20, così ampiamente voluto e sostenuto dalla stessa Ue.
Per quanto riguarda invece l’argomento della produzione elettrica nel nostro Paese, è altrettanto importante approfondire e chiarire la situazione, per evitare che moltissimi cittadini siano confusi ed indotti erroneamente a credere che in Italia si produca fin troppa elettricità. E’ pur vero che in Italia la teorica “Potenza” installata ha recentemente superato i 110.000 MW, ma è quanto mai opportuno chiarire che in questo valore sono compresi l’enorme numero di impianti a Solare FV e ad Eolico che, chiaramente, NON possono essere considerati come impianti totalmente disponibili per la produzione elettrica. Cioè sempre e quando serve al Paese per le sue innumerevoli industrie manifatturiere, che poi sono la spina dorsale sulla quale si regge il benessere e lo sviluppo dell’intero Paese.
Inoltre, in tale numero sono altresì presenti numerosi vecchi impianti (in particolare vecchie Centrali alimentate ad Olio Combustibile come Porto Tolle, Livorno, Rossano Calabro, S.Filippo del Mela, ecc.) che, notoriamente, non possono regolarmente produrre stante l’elevato costo del combustibile che alimenterebbe quegli impianti e che, quindi, sono tenuti nel novero degli impianti “disponibili” solo per ragioni strategiche e di sicurezza, o in presenza di eventi straordinari o di particolari esigenze (es. il maltempo o l’improvviso venir meno dell’afflusso del gas che ci viene dai grandi metanodotti che ci legano alla Russia ed all’Algeria), pena il rischio di un grave ed irrisolvibile “black-out” energetico.
Che l’Italia NON sia sostanzialmente in grado di produrre tutta l’elettricità di cui necessita, è dimostrato dal fatto, inconfutabile, che da alcuni decenni l’Italia è costretta ad importare circa il 15% dell’elettricità che consuma, prodotta per noi in Francia, Svizzera e Slovenia, indubitabilmente prodotta dal Nucleare che, invece, l’Italia ha bandito. Ora, non sfuggirà certo all’egregio signor Ministro che TUTTI i Paesi più avanzati, nostri principali e diretti concorrenti sulla scena mondiale, hanno appunto il Carbone come prima fonte per la produzione elettrica a casa loro (es. Germania, USA, Giappone, Canada, UK., Russia, 6 Paesi che con noi fanno parte del G8; il 7° Paese è la Francia che notoriamente produce il 75% dell’elettricità dal Nucleare).
Ebbene, anche l’Italia ha l’urgente necessità di diversificare ed equilibrare il proprio “Mix delle Fonti primarie” per la generazione elettrica, essendo, peraltro, anche il Paese più esposto alla dipendenza dalle importazioni energetiche tra le grandi economie del Mondo.
In questo contesto, sono indispensabili per il Paese gli impianti previsti dai Progetti di Porto Tolle, Vado Ligure, Fiumesanto, Saline Joniche e Sulcis, per un totale di circa 4.600 MW di nuova potenza a Carbone, che consentirebbe al Paese di recuperare una posizione più opportuna e meno rischiosa, nel contempo sostenendo la competitività del sistema industriale Paese. Nel Sulcis, in particolare, c’è la possibilità di sviluppare un “Progetto Integrato” che si porrebbe al top delle tecnologie di valenza mondiale, in linea peraltro con quanto indicato dalla stessa Ue, come sopra ricordato. Al riguardo è opportuno esaminare cosa è stato fatto dall 1999 presso la Raffineria AGIP di Gela (tecnologia e processo “Snox”).
Sarebbe altresì utile ed opportuno se l’egregio signor Ministro aiutasse le comunità locali a comprendere quanto siano importanti ed essenziali i pochissimi impianti (solo 12 da noi, contro gli oltre 50 in Germania !) che producono circa il 12% dell’elettricità tramite il Carbone, contro un 32% in Ue (42% nella stessa Germania) ed un 41% a livello mondiale.
Confidiamo quindi nella sua autorevole azione per difendere gli interessi nazionali ed aiutare il Paese a comprendere come si possa conservare il benessere e proseguire nello sviluppo, con azioni mirate e razionali che talvolta sfuggono all’opinione pubblica, causa un’inadeguata, insufficiente e documentata informazione.
Grazie per l’attenzione e per il suo apprezzato lavoro.
Rinaldo Sorgenti
Vicepresidente
ASSOCARBONI