ROMA – Il Parlamento potrebbe bloccare, attraverso il cosiddetto “terzo pacchetto energia”, la produzione elettrica delle centrali Terna. La società quotata in Borsa ma controllata dallo Stato, minaccia azioni penali se le direttive dovessero concretizzarsi. Ne dà notizia il blog Phinetblog che cita un articolo pubblicato su Milano Finanza.
“Terna non produce e non produrrà energia elettrica, come per altro già previsto dalla Concessione governativa”, precisa in una nota la società proprietaria della rete ad alta tensione in relazione ai pareri delle commissioni di Camera e Senato sul decreto legislativo per il recepimento delle direttive europee in materia di energia. Qualora fossero confermate, le direttive prevedono tra le altre condizioni che Terna “non possa realizzare e gestire anche solo temporaneamente infrastrutture e impianti di produzione di energia elettrica anche destinati alla vendita, attraverso autonome strutture societarie”.
Dalla società fanno sapere che “la realizzazione di infrastrutture previste nel Piano strategico 2011-2015, relative a sistemi di accumulo di energia (batterie e pompaggi) sui quali sta costruendo dei progetti, sono finalizzate ad abbassare i prezzi dell’elettricità e a migliorare sicurezza efficienza e affidabilità del sistema elettrico, contribuendo a ridurre le congestioni. Tali infrastrutture saranno oggetto di norme e regolazione da parte del Governo e dell’Autorità , e non saranno gestire da Terna che le realizzerà soltanto. Per quanto attiene agli investimenti nel fotovoltaico, Terna li ha realizzati perché autorizzata e perché previsti dalla Concessione, e non ha mai venduto energia prodotta da quegli impianti. Terna, società quotata in Borsa, valuterà tutte le azioni legali, in sede civile e penale, per difendere e tutelare il suo operato e le sue attività di impresa, che sono sempre state nell’ambito della legge. Terna chiederà alle autorità competenti di verificare le azioni e gli eventuali responsabili di fatti illeciti in tal senso”.