BRUXELLES – Il passaporto esibito da Alma Shalabayeva alle autorità italiane ed emesso dalla Repubblica Centrafricana “risulta falsificato”. E’ quanto ha accertato l’ufficio Interpol del Centrafrica – secondo quanto riferisce il Dipartimento di Pubblica Sicurezza – nell’ambito delle attività investigative svolte dalla questura di Roma.
Nei due passaporti intestati ad Alma Shalabayeva, uno rilasciato dal Kazakistan e l’altro dalla Repubblica Centrafricana, quindi due paesi d’origine diversa, infatti, risultano due luoghi di nascita differenti. Ed inoltre, il luogo indicato nel passaporto della Repubblica Centrafricana, risulta inesistente.
Intanto, il vice premier kazako Yerbol Orynbayev al termine del Consiglio di cooperazione Ue-Kazakistan svoltosi a Bruxelles, ha precisato che il Kazakhstan non ha “alcun problema a rimandare indietro Alma Shalabayeva e sua figlia ma l’Italia deve fornire delle garanzie”.
“Se l’Italia è pronta a dare garanzie” che Shalabayeva tornerà in Kazakistan in caso venga chiamata a testimoniare in un processo ”il governo kazako non ha nessun problema a lasciarla ripartire”. Il vicepremier ha però tenuto a sottolineare che Shalabayeva in Italia ”rischia quattro anni di prigione per il suo passaporto falso: quindi il suo rientro è in dubbio”.
Del caso kazako, secondo quanto riferito dal presidente di turno del Consiglio Ue, il ministro degli esteri lituano Linas Linkevicius, “la presidenza continua a seguire con attenzione gli sviluppi della vicenda”, ha detto Linkevicius senza aggiungere altri dettagli.
Orynbayev ha detto inoltre che le autorità kazake stanno aspettando una decisione dell’Italia in merito alla possibile espulsione dell’ambasciatore kazako a Roma, prima di prendere possibili contromisure. “Attendiamo una decisione ufficiale, se mai dovesse esserci, e quindi reagiremo,» ha detto il vicepremier durante una conferenza stampa a Bruxelles rispondendo ad una domanda di un giornalista. A chi gli faceva notare che il ministro degli esteri, Emma Bonino, ha definito l’ambasciatore ormai inutile visto quanto accaduto nella vicenda Ablyazov, il vicepremier ha risposto che i pareri espressi dal ministro «sono personali”.
(Foto Lapresse)


