ATENE -La notte tra il 29 e il 30 dicembre, quattro persone ancora non identificate hanno sparato con due fucili d’assalto Kalashnikov AK-47 contro l’abitazione dell’ambasciatore della Germania ad Atene, Wolfgang Dold, nel quartiere ateniese di Chalandri, senza fare vittime.
I colpi esplosi sono stati almeno 60 (tanti i bossoli ritrovati sul posto dalla scientifica): quattro proiettili hanno colpito il cancello d’ingresso e altri quattro hanno raggiunto le mura dell’edificio mentre uno di essi è penetrato nella camera della figlia del diplomatico conficcandosi in una parete.
L’attacco, che ha suscitato unanime condanna da parte di tutte le forze politiche del Paese, non è stato rivendicato ma diversi osservatori ritengono che sia stato compiuto per danneggiare le relazioni diplomatiche fra la Grecia ed il Paese europeo che è il suo principale creditore nell’ambito del Memorandum firmato da Atene per risanare la propria economia.
I sentimenti antitedeschi tra la popolazione greca sono andati diffondendosi in questi ultimi anni a causa del protrarsi della crisi e del varo di pesanti misure di austerità decise dal governo proprio per rispettare i termini del Memorandum. Per tutta la mattinata la zona intorno all’abitazione dell’ambasciatore è stata isolata mentre l’antiterrorismo ha avviato le indagini per identificare i responsabili dell’attacco che si ritiene siano elementi della sinistra rivoluzionaria o vicini agli ambienti anarchici. Sinora è stato accertato che i due Kalashnikov usati nell’attacco sono “puliti”, ovvero non sono mai stati utilizzati prima in Grecia per attacchi analoghi.
Nel frattempo, come hanno riferito diversi media, almeno tre persone sarebbero state fermate nell’ambito delle indagini.
L’ambasciatore Dold che si trovava in casa al momento dell’attacco, rivolgendosi ai responsabili del gesto, ha detto che “non riuscirete a distruggere gli stretti e amichevoli rapporti esistenti fra i nostri due Paesi”. Dal canto suo, il premier greco Antonis Samaras, subito informato dei fatti dal ministro della Pubblica Sicurezza Nikos Dendias, ha parlato al telefono con l’ambasciatore Dold e poi ha telefonato alla cancelliera tedesca Angela Merkel. Samaras, come hanno riferito i media, ha espresso la condanna propria e del suo governo per l’aggressione e ha promesso che sulla vicenda sarà fatta piena luce e i responsabili identificati e puniti.
Anche il ministro degli Esteri greco Evanghelos Venizelos ha avuto una conversazione telefonica con il collega tedesco Frank-Walter Steinmeier il quale – dopo aver espresso soddisfazione per l’immediata mobilitazione del governo greco – ha definito l’attacco “un’azione terroristica che aveva come obiettivo quello di danneggiare l’immagine della Grecia all’estero pochi giorni prima dell’inizio della sua presidenza di turno dell’Ue”. Una “piena condanna” dell’attacco contro la casa del diplomatico tedesco é stata espressa anche dal maggiore partito d’opposizione in Grecia, Syriza (sinistra radicale). “Tali azioni – si legge in un comunicato – non soltanto non sono nell’interesse del popolo greco ma, al contrario, offrono una giustificazione per creare un clima di incertezza generale e a sfavore delle lotte sociali. Il popolo greco – conclude il documento – rispetta la presenza di tutti i diplomatici nel nostro Paese”.
(Foto LaPresse)