ROMA – In principio era il “verbo”. Ma nel XXI secolo si può comodamente sostituire con le cosiddette “emoji”, che colorano le conversazioni in chat e sui social network rendendole più immediate e informali. E così dopo Pinocchio anche la Bibbia, il libro più tradotto e diffuso di tutti i tempi, è stata tradotta in pittogrammi per i Millenials.
La novità editoriale si chiama “Bible Emoji” e si presenta come “un modo divertente per condividere la parola di Dio”. In vendita in formato elettronico a 3 dollari, invita a “esplorare come mai prima tutti e 66 i libri che raccontano le storie di Abramo, Noè e Gesù”. L’idea, che vuole rendere le sacre scritture più accattivanti per i giovani, è di un cristiano che ha deciso di restare anonimo perché l’iniziativa ha attirato le antipatie sia degli atei che dei credenti conservatori.
Il progetto ha richiesto un lavoro di sei mesi e l’aiuto di un software che ha sostituito automaticamente alcune parole del testo sacro con le rispettive “faccine”. Il disegnino del globo, ad esempio, va a tradurre le parole “terra”, “mondo” e “pianeta”, mentre Dio è rappresentato dalla faccina con l’aureola e l’Amore dalla faccia con gli occhi a cuore. “Volevo rendere i versetti della bibbia simili a tweet”, ha spiegato l’autore, che su Twitter ha cinguettato diversi versetti chiedendo l’aiuto degli utenti per perfezionarli.
Ma la Bibbia non è il primo libro ad essere stato tradotto. Nel lontano 2010 l’informatico Fred Benenson ha scritto “Emoji Dick” traducendo il Moby Dick di Herman Melville in un libro cartaceo che nella versione a colori costa 200 dollari.
L’artista inglese Joe Hale è invece autore di tre poster in cui con le emoji racconta Alice nel paese delle meraviglie, Peter Pan e Pinocchio. Con il libro di Collodi si sono cimentati anche tre docenti universitari che, insieme alla community di Twitter, hanno scritto “Emoji Pinocchio”. Accanto alle traduzioni, ci sono poi le opere originali: l’artista cinese Xu Bing ha “scritto” un romanzo in emoji dal titolo “Una storia senza parole”.
E la nuova moda è andata anche oltre la letteratura, con il quotidiano britannico The Guardian che ha tradotto in disegnini il discorso del presidente Usa Barack Obama sullo Stato dell’Unione. Titolo: “Emojibama”.