Tribunale Brindisi, stop minigonne, abiti scollati e trasparenti: l’avviso all’ingresso FOTO

BRINDISI – Scoppia il caldo e si pone una questione di “decoro” al palazzo di giustizia di Brindisi dove, per ripristinare una certa sobrietà nei costumi, è dovuto intervenire il presidente del Tribunale, Francesco Giardino, che ha firmato di suo pugno una nota protocollata con cui impone uno stop alle minigonne, agli short, alle ciabattine infradito e perfino agli abiti troppo scollati e trasparenti.

L’avviso, la cui data segue di 3 giorni l’inizio dell’estate, è affisso all’ingresso degli uffici giudiziari, proprio accanto al metal detector utilizzato per il controllo degli esterni. Le prescrizioni valgono per tutti: per avvocati, magistrati e per l’utenza. A vigilare su quanto siano adatti gli abiti al rigore del palazzo, tanto in sede penale quanto in sede civile, sono le guardie giurate che hanno già impedito nella mattinata del 30 giugno, a una donna di varcare la soglia. Vestiva un abitino nero. Gonna troppo corta e bretelle troppo sottili, ed è rimasta fuori.

Che si usi o meno la toga, bisogna essere “decenti”. Poco importa che in alcune delle aule del Tribunale l’aria condizionata sia in tilt e perfino il personale interno abbia dovuto correre ai ripari acquistando un ventaglio. Le gambe dovranno essere coperte per lo meno dal ginocchio in su, le spalle pure. Banditi veli e camicette che lasciano intravedere troppo di quel che c’è sotto. Il provvedimento del presidente del Tribunale è lapidario, elenca le ‘mise’ non accettate, seppure sul concetto di ‘trasparenza’ o di ‘minigonna’ si potrà discutere, centimetro per centimetro. E’ indirizzato al responsabile dell’area sicurezza e al procuratore della Repubblica, Marco Dinapoli. “Per evitare il reiterarsi di situazioni incresciose all’ingresso del palazzo di giustizia, – scrive il presidente Francesco Giardino – si informa che l’ingresso non è consentito alle persone vestite in modo non decoroso”.

Niente “pantaloncini, salvo che costituiscano – si legge – elementi di divisa degli appartenenti alle forze armate, vestiti eccessivamente scollati o trasparenti, minigonne, ciabattine infradito” eccetera. L’elenco ha fatto sorridere più di qualcuno dentro e fuori le aule di giustizia dove, proprio per l’entrata in vigore delle nuove regole, lo stile di tutti è apparso piuttosto castigato. A qualcuno non è stato concesso di accedere alle aule e ciò potrà capitare anche a molti altri fra quanti non si adegueranno ai criteri appena imposti. C’è anche però chi protesta: l’impianto di areazione è insufficiente, nei giorni scorsi è stato necessario ricorrere perfino all’intervento del 118 per soccorrere persone che avevano accusato un malore per il forte caldo. A giudicare dall’avviso affisso all’entrata, il messaggio è chiaro: non è spogliandosi che si risolve il problema.

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Lorenzo Briotti