La versione dei colpevolisti. Cinque appelli per la revisione del processo Forti sono stati rifiutati da cinque diverse Corti americane. Perché? Secondo i “colpevolisti” i Pike erano ancora proprietari dell’albergo a Ibiza, quindi Tony Pike non era in combutta con Knott per vendere un “elefante bianco” a Forti, ma era l’italiano a essere in combutta con il tedesco per soffiare l’albergo a Pike a pagandolo la miseria di 25 mila dollari, come risulta da documenti ritrovati dagli investigatori. Dale aveva scoperto che qualcosa non andava ed era venuto di persona a verificare. Fra gli indizi portati al processo dagli inquirenti, c’è quella del cellulare di Forti, che avrebbe fatto chiamate dal punto in cui era poi stato ritrovato il cadavere di Dale Pike. Poco prima dell’assassinio di Pike, Forti e Knott avevano comprato la calibro 22 pagata da Forti e registrata a nome di Knott. Il giorno dopo la morte Forti aveva lavato la sua Land Rover, ma i detective riuscirono lo stesso a trovare dei granelli di sabbia risultati identici ai campioni raccolti accanto al cadavere di Dale Pike. L’avvocato di Forti al processo non era Ira Loewy (accusata dagli innocentisti di incompetenza), ma un potente ex senatore, Donald Bierman. Essendogli contestato un omicidio di primo grado, cioè volontario e premeditato, Chico fu giudicato da una giuria popolare. Quindi, deducono i colpevolisti, Forti fu difeso bene e giudicato da semplici cittadini che non potevano essere in combutta con polizia e procuratori che volevano vendicarsi della storia di Versace. Alla fine ci misero solo 90 minuti per arrivare a una sentenza.
Roberta Bruzzone. Ad alcuni di questi rilievi risponde la criminologa Roberta Bruzzone, che sul caso di Forti ha scritto un libro, “Il Grande Abbaglio”
La mozione del Parlamento Italiano: la Camerà ha votato, con un “sì” unanime, le mozioni sulle iniziative per tutelare Enrico Forti, “cittadino italiano detenuto da 16 anni negli Stati Uniti con l’accusa di omicidio”. I testi approvati impegnano il governo “ad assumere in ogni sede qualsiasi iniziativa di competenza per tutelare il concittadino Enrico Forti, come più volte in precedenza il Governo italiano ha ritenuto di dover fare in difesa di altri concittadini condannati e detenuti all’estero, considerato anche il fatto che lo Stato italiano intrattiene con il Governo degli Stati Uniti ottimi rapporti diplomatici che hanno portato anche di recente alla soluzione di casi giudiziari controversi”
Michela Rostan, Pd:
“La richiesta di Chico Forti non è di essere dichiarato innocente e liberato, ma di essere sottoposto ad un processo giusto, approfondito, nel quale poter esercitare a pieno il proprio diritto di difesa. E’ una richiesta giusta, umanamente e costituzionalmente ineccepibile, che noi, parlamentari italiani, dobbiamo in modo fermo e convinto sostenere. in ballo non c’è solo il destino di un uomo, ma la salvaguardia di un principio universale di fronte al quale non possiamo in alcun modo voltare le spalle”. Così Michela Rostan, deputata pd, nella dichiarazione di voto in Aula per la mozione su Chico Forti, il cittadino italiano detenuto da 12 anni negli Stati Uniti. “In gioco non c’è solo la vita di un uomo ma l’affermazione di un principio universale, quello del giusto processo, intimamente connesso alla pienezza del diritto di difesa che deve essere assicurato a tutti i cittadini dinanzi alla legge – prosegue Rostan – Ed è in nome dell’universalità di questa battaglia che il partito democratico sostiene l’accoglimento di questa mozione. Non ritengo che Chico sia innocente, sia ben chiaro: questo spetterà stabilirlo alla magistratura americana, nella quale continuo a nutrire piena fiducia. Ma sta a noi, invece, il compito di assicurare che le autorità italiane lavorino affinché al nostro concittadino sia riconosciuto il diritto a difendersi nel processo e non dal processo”.
Lorenzo Dellai, Per l’Italia:
“Esprimo grande soddisfazione per l’approvazione da parte della Camera della mozione sul caso del cittadino trentino Chico Forti. La presa di posizione del Parlamento si aggiunge all’iniziativa di molti cittadini che chiedono che sia fatta verità su questo incredibile caso. Confidiamo che il documento approvato possa essere utile in questa direzione”.
Mauro Ottobre, PATT:
“L’impegno affinché Chico Forti, da quattordici anni ingiustamente detenuto negli Usa, abbia giustizia è da oggi un impegno del Parlamento italiano. Il voto unanime con cui la Camera ha approvato la mozione a mia prima firma, con il parere favorevole del governo, fa assumere alla battaglia per Chico Forti i caratteri di una posizione istituzionale e di governo che possa concorrere e sostenere il percorso, sotto il profilo penale, che ha come obiettivo essenziale la revisione del processo”. E’ quanto dichiara Mauro Ottobre, deputato del PATT. “Il voto della Camera è stato oggi un voto contro il pregiudizio. Si apre una nuova prospettiva nella quale il consenso nei confronti delle istanze di giustizia e libertà di Chico Forti non è più espressione di una minoranza, che pure ha avuto il merito di operare laddove altrimenti sarebbe stato dominante il silenzio, ma di uno schieramento sempre più diffuso e ampio nel Paese. Abbiamo apprezzato, in aula e nel corso di questi mesi, la posizione assunta dal governo italiano che ha ribadito la volontà di non abbandonare Chico Forti e di operare, per quanto nelle proprie opportunità , a sostegno della sua domanda di giustizia. In primo luogo – ha affermato Ottobre -rinnovo il mio apprezzamento per le iniziative e le posizioni del Ministro degli Affari Esteri, Mogherini”. “Il consenso unanime, trasversale agli schieramenti di maggioranza e opposizione, si è manifestato con la sottoscrizione della mozione e nella discussione e nel voto in aula alla Camera in ordine al principio del giusto processo, che nel nostro Paese è principio costituzionale ed a cui l’Italia è vincolata in sede internazionale. Chico Forti chiede un giusto processo, diritto che gli è stato negato con la sua immotivata condanna, con un verdetto che è stato pronunciato al di fuori di ogni principio giuridico. Vi sono prove certe del fatto che egli sia innocente e che dimostrano come la condanna di colpevolezza sia avvenuta non soltanto sulla base di indizi contraddittori o inesistenti ma anche di un pregiudizio sostanziale. Oggi -ha concluso Ottobre- un giusto processo appare più che possibile, grazie all’impegno di tutti i volontari che hanno sostenuto Forti in questi anni, all’opera del suo avvocato difensore Joe Tacopina, perché motivato da nuove e inequivocabili prove a suo favore. e da oggi con il voto del Parlamento”.
FONTI
- Innocentisti
- http://www.chicoforti.com/
- http://it.wikipedia.org/wiki/Chico_Forti
- http://chicofortifree.blogspot.it/
- L’incredibile storia di Chico Forti
- Chico Forti, storia di un italiano ingiustamente condannato all’ergastolo
- Rai News: la mozione del Parlamento italiano
- Roberta Bruzzone: il caso Chico Forti
- Allegati del processo a Chico Forti
- Colpevolisti
- Giornalettismo: il caso Chico Forti e le bugie dei media italiani
- Meg Richards, Associated Press, 14 ottobre 1999
- Sun Herald, 8 marzo 1998Â
- Video
- Roberta Bruzzone sul caso Chico FortiÂ
- Il documentario di Chico Forti sul caso Versace-Cunanan, “Il sorriso della Medusa” / parte 1
- “Il sorriso della Medusa” – parte 2
- “Il sorriso della Medusa” – parte 3
- Report TV (4 / 5) by Chico Forti – Versace, Cunanan. Miami
- Report TV (5 / 5) by Chico Forti Versace, Cunanan. Miami