ROMA – A meno di due settimane dall’inizio delle Olimpiadi Invernali di Sochi, finite al centro della polemica per via delle “leggi anti-gay” imposte da Putin, qualcuno si è accorto che anche la Coca Cola, uno dei principali sponsor di Sochi 2014, ha adottato certe misure preventive.
Il sito Share a Coke, dove si possono creare le lattine personalizzate, impedisce agli utenti di condividere una Coca Cola con chi abbia un orientamento sessuale diverso da quello dell’eterosessualità.
Se si inserisce, al posto del nome, la parola gay o lesbian, il sistema risponde con un imbarazzato “ops, facciamo finta che non hai scritto quello. Per favore, prova un altro nome”. Mentre altre parole come “homosexuals” (anche in italiano) vengono considerate parole sicure.