MILANO – La crisi del Milan e la posizione di Clarence Seedorf รจ analizzata in maniera dettagliata da Il Corriere della Sera in un editoriale di Aldo Grasso. Focus su Deborah Martin, manager dell’allenatore olandese, figura molto presente nelle scelte di Seedorf.
“Il calcio รจ bello anche perchรฉ vive di luoghi comuni: la gestione del gruppo (giร , ma chi comanda a Milanello? Silvio, Barbara, Adriano, Clarence?), contano i risultati e non il progetto, nei risultati contano gli episodi, il solco che si allarga tra panchina e dirigenza, la goccia che ha fatto traboccare il vaso (lโallenatore avrebbe detto ai capi ultrร : ยซNon mi fido di questi calciatori, non sono da Milan.
A fine stagione cambio tre quarti della rosaยป), la solitudine di Seedorf, una donna di troppo, la manager del tecnico, Deborah Martin, considerata assai invadente nelle dinamiche interne del club. Che poi, la domenica, basterebbe metterla dentro (non la Deborah, la palla). Arrigo Sacchi รจ stato spietato: ยซIl Milan non รจ una squadra, non difende collettivamente e questo aspetto fa emergere i limiti di tutti. Il gioco non ha una sua logicaยป. Persino la ยซDomenica sportivaยป lo ha giร impiccato domenica scorsa: ยซSeedorf sulla forcaยป, urlava senza pietร una grafica infelice.
Le conclusioni sono state tirate martedรฌ scorso ad Arcore, di fronte al Capo, presenti Galliani, Lady B e un terzetto in rappresentanza di una parte della squadra e dello staff tecnico.
A Seedorf non si perdona piรน nulla: arriva tardi agli allenamenti, mette giocatori fuori ruolo, usa un modulo spregiudicato, non fa mai allenamenti mattutini (nel sonno il sogno) รจ logorroico nelle spiegazioni, si serve di uno psicologo, ha la testa dura, รจ troppo indulgente con Balotelli, non ama la cassoeula… Verdetto? Commissariato da zio Fester!”.

