IL CAIRO – Hosni Mubarak ha lasciato la prigione di Tora, a Il Cairo ed è stato trasferito nell’ospedale militare di Maadi, in Egitto. Il presidente deposto nel 2011 dopo 30 anni di “regno” in Egitto ha ottenuto gli arresti domiciliari e date le precarie condizioni di salute ha deciso di passarli in ospedale. Gli scontri in strada continuano a Il Cairo anche il 22 agosto e piazza Tahrir, già teatro di lotte e morti, è stata chiusa dopo il sit-in improvvisato dal movimento “6 aprile” sul ponte Kasr, nel cuore de Il Cairo. Chiusa anche la moschea Omar Makram che si staglia sulla piazza, dove non si è celebrata l’ultima preghiera della giornata alle 20 circa.
L’ex rais “ha deciso di farsi ricoverare nell’ospedale militare di Maadi” nella capitale egiziana, annuncia il governo provvisorio, sottolineando che “Mubarak non è stato assolto, dovrà rispondere dei suoi reati, attenderà i verdetti agli arresti domiciliari”. I legali del rais hanno invece ricordato che Mubarak è anziano, ha 85 anni, le sue condizioni di salute sono stabili ma precarie, quindi è preferibile il ricovero in una struttura “dove possa essere costantemente monitorato” dai medici.
L’ultimo faraone è sceso dall’elicottero in barella, con gli obiettivi delle telecamere che sono riusciti a catturarne il volto. Poi è stato trasportato in ambulanza nel vicino ospedale. Davanti alla prigione di Tora un gruppo di sostenitori dell’ex rais gridava vittoria, mentre dalla Procura arrivava un immediato stop a possibili manifestazioni di protesta dal fronte opposto.
Con le notizie incalzanti sull’imminente scarcerazione di Mubarak, durante la tarda serata del 21 agosto Tamarod aveva chiesto al governo di fare quanto in suo potere per tenere l’ex rais in cella, in realtà era ricoverato presso l’ospedale della prigione. L’appello è subito caduto nel vuoto, con la firma del premier Hazem Beblawi, in qualità di vicecomandante supremo delle Forze Armate, in calce al pezzo di carta che ha autorizzato la libertà condizionata e i domiciliari.
Al Cairo la scarcerazione di Mubarak ha dato vita a manifestazioni spontanee ma sporadiche di nostalgici, con qualche carosello di auto. Alle 19 lo scattare del coprifuoco ha reso ancora una volta piazza Tahrir deserta, dove non è sembrato che gli anti-Mubarak avessero in programma di manifestare.
Il 23 agosto i Fratelli musulmani hanno indetto il “venerdì dei martiri” per ricordare le vittime delle ultime settimane e annunciato 28 cortei di protesta. Gli slogan contro la libertà a Mubarak e la “contro-rivoluzione dei generali” saranno certamente le parole d’ordine. C’è da prevedere un massiccio schieramento di forze della sicurezza: ufficialmente perché in fase di ristrutturazione, resteranno chiuse alla preghiera le moschee Rabaa al-Adawiya, sulla piazza teatro della strage di una settimana fa, e Fatah, la ‘moschea-obitorio’ di piazza Ramses sgomberata dopo 12 ore di occupazione sabato scorso. Molti stasera pregano perché domani non ci siano nuovi obitori improvvisati.
(Foto Ansa)