ROMA – Pochi giorni dopo lo spoglio delle schede delle elezioni amministrative, tra le fila dei sostenitori del Movimento 5 Stelle scoppia l’ennesima bagarre che riguarda i risultati del voto a Mirandola, dove il candidato sindaco del Pd ha vinto al primo turno con oltre il 61%, lasciando il candidato pentastellato con solo l’11% dei voti dietro a quello di Forza Italia.
A Mirandola, comune della Bassa Modenese tra i più colpiti dal terremoto del 2012, il M5s aveva donato 425.000 euro, frutto dei “risparmi sulla campagna elettorale”, che erano stati versati al Comune di Mirandola in due tranche. L’ultima parte dei soldi, come aveva riferito la stampa locale, era stata consegnata da Beppe Grillo in persona all’inizio di maggio.
Ora che gli attivisti del Movimento si sono resi conto della débacle elettorale a Mirandola, qualcuno ha cominciato a puntare il dito contro i mirandolesi “ingrati” che non hanno dimostrato la propria riconoscenza con il voto al M5s. Uno status pubblicato su Facebook, in particolare, ha fatto il giro del web:
“Domenica si è votato anche a Mirandola, in provincia di Modena. Uno dei paesi più colpiti dal sisma in Emilia Romagna e dove il M5S aveva donato 425.000 euro, risparmiati dalla campagna elettorale, per consentire la ricostruzione di una palestra distrutta dal terremoto. Per carità, noi non volevamo nulla in cambio. Semplicemente perché non siamo come gli altri che vivono di voto di scambio e questi risultati ne sono la dimostrazione. Ma i cittadini di Mirandola, forse, un esame di coscienza, dovrebbero farselo.”
Non è tutto. Tra coloro che propongono addirittura di farsi ridare indietro i soldi, c’è anche chi azzarda l’ipotesi del terremoto come punizione: “Se è stato colpito dal sisma un motivo c’è”, ha scritto un attivista. E chi protesta e pretende delle scuse rincarando la dose: “Io credo che ognuno ha quel che si merita dalla natura”.