
Francobollo dedicato a Settimia Spizzichino: valore, tiratura, bozzetto, dove trovarlo FOTO
Poste Italiane comunica che il Mise ha emesso un francobollo per ricordare Settimia Spizzichino, nel centenario della sua nascita.
Francobollo Settimia Spizzichino caratteristiche tecniche: valore, tiratura, bozzetto
Il francobollo, su bozzetto a cura di Silvia Isola, emesso dal Ministero dello Sviluppo Economico appartiene alla serie tematica “il Senso civico” ed è relativo al valore della tariffa B pari a 1,10€. La tiratura è di trecentomila esemplari; il foglio è da quarantacinque esemplari.
Il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente.
La vignetta raffigura, sullo sfondo di un filo spinato e dell’ingresso del Museo Nazionale di Auschwitz – Birkenau, un ritratto di Settimia Spizzichino, unica donna sopravvissuta alla deportazione del Ghetto di Roma del 16 ottobre 1943, affiancato alla sua frase “SONO TORNATA PER RACCONTARE”.
Completano il francobollo la legenda “SETTIMIA SPIZZICHINO 1921 – 2000” la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”.
Francobollo Settimia Spizzichino: dove trovarlo
L’annullo primo giorno di emissione sarà disponibile presso lo sportello filatelico dell’ufficio postale di Roma V.R.
Il francobollo e i prodotti filatelici correlati, cartoline, tessere e bollettini illustrativi saranno disponibili presso gli Uffici Postali con sportello filatelico, gli “Spazio Filatelia” di Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Roma 1, Torino, Trieste, Venezia, Verona e sul sito poste.it.
Per l’occasione è stata realizzata anche una cartella filatelica in formato A4 a tre ante, contenente una quartina di francobolli, un francobollo singolo, una cartolina annullata ed affrancata e una busta primo giorno di emissione, al prezzo di 15€.
Settimina Spizzichino chi è: unica donna sopravvissuta alla deportazione del Ghetto
Unica donna sopravvissuta alla deportazione del Ghetto di Roma del 16 ottobre 1943, il francobollo a lei dedicato ne mostra il suo ritratto. Sullo sfondo il filo spinato del lager di Auschwitz-Birkenau e la sua frase “sono tornata per raccontare” completano la vignetta.
La vita di Settimia Spizzichino è raccontata a nel testo del bollettino illustrativo dell’emissione, firmato dalla nipote Carla Di Veroli e dalla presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni.
Nata a Roma il 15 aprile 1921, Settimia Spizzichino, venne deportata nel lager: le venne tatuato il numero 66210 e iniziò il suo calvario all’interno di una baracca con 47 donne che, come lei, passarono la prima selezione. Settimia fu l’unica a tornare, anche se venne impiegata come cavia per criminali esperimenti ”medici”.
Nell’inverno del 1945 affrontò la “marcia della morte” da Auschwitz fino al lager di Bergen-Belsen. Qui i prigionieri venivano ammassati in uno stato di completo abbandono e i morti formavano dei mucchi intorno alle baracche. Un giorno, il soldato di guardia sulla torretta, impazzito, cominciò a sparare sui prigionieri: Settimia riuscì a salvarsi nascondendosi sotto un mucchio di cadaveri. Vi rimase per diversi giorni, fino alla liberazione del campo da parte degli inglesi il 15 aprile 1945.
Al suo ritorno a Roma sentì il dovere di raccontare: ”per evitare che cose simili accadano ancora, io continuo a ricordare e a raccontare; per questo e per la memoria di quelli che non sono tornati”. Settimia Spizzichino è morta il 3 luglio del 2000.
