BERLINO – E’ tornato finalmente alla luce, ferito ma vivo, dopo undici giorni passati sottoterra, al freddo, e dopo una lenta quanto difficile risalita, da circa mille metri di profondità. Johann Westhauser, lo speleologo tedesco rimasto intrappolato la scorsa settimana nel complesso delle grotte di Riesending, sulle Alpi bavaresi, è stato riportato in superficie dai soccorritori, e trasportato in elicottero nella vicina clinica di Murnau. Le sue condizioni non sono gravi.
Alle 11:44 di giovedì mattina il 52enne, tra gli scopritori delle grotte più profonde della Germania, è riemerso a oltre 274 ore dall’incidente, quando una frana improvvisa lo ha travolto ferendolo al petto e alla testa. Esausti ma felici i soccorritori, che si sono abbracciati lungamente dopo aver salvato Westhauser, recuperato in buone condizioni, considerati gli eventi degli ultimi giorni.
Durante la risalita le condizioni del paziente, ha raccontato il medico Nico Petterich, membro del team di soccorritori, sono migliorate. Tanto che a un certo punto ”abbiamo anche iniziato a scherzare”. Il recupero della barella con il ferito, tra stretti cunicoli e profonde quanto anguste cavità, è durato complessivamente sei giorni e ha impegnato oltre 700 persone dalla Germania, Austria, Italia, Svizzera e Croazia, tra cui i migliori specialisti del soccorso in grotta.
”Abbiamo scritto un capitolo della storia del salvataggio alpino”, ha detto il presidente del soccorso alpino tedesco, Norbert Heiland. ”Chiamerò tutti personalmente per ringraziarli”, ha detto Westhauser a Petterich. Dopo l’incidente, domenica 8 giugno, c’erano voluti giorni prima che il team di medici e soccorritori riuscisse a raggiungere il ferito, uno speleologo esperto, che lavora per l’Istituto di tecnologia di Karlsruhe.
Per scongiurare un nuovo turismo di curiosi, il ministro degli Interni bavarese Herrmann vorrebbe ora chiudere l’ingresso del complesso di grotte e cunicoli vicino Berchtesgaden, che scende per oltre 19 chilometri sotto terra fino a 1148 metri. Scoperto nel 1995, era rimasto inesplorato fino al 2002.








