CITTA’ DEL GUATEMALA – Carlos Daniel Gonzales, 6 anni, e la sorella Jimena Isabel, 4 anni, abbracciati dopo il massacro della loro famiglia. Un’immagine che scalda il cuore per il coraggio di questo bimbo di 6 anni di Villa Canales, in Guatemala. Il destino che li aspetta ora è l’orfanotrofio, dove la Procura di CittĂ del Guatemala spera di proteggerli. Il racconto del piccolo Carlos ha permesso di risalire al un presunto mandante del massacro, CĂ©sar Augusto ChavĂ©z Archivi, 38 anni.
L’ennesima storia di violenza in America Centrale. Ma questa volta l’orrore s’intreccia con la fragilitĂ dell’infanzia. Carlos ha sentito morire il papĂ e la mamma, Enrique e Sandra Gonzalez, scampato alla mattanza: “Ho sentito urla e spari. Ci siamo alzati per vedere cosa succedeva, loro erano giĂ fuggiti. Avevano guanti e passamontagna neri. Mamma urlava e aveva tra le braccia la mia sorellina. Sono corso fuori, riuscendo a nascondermi tra i ‘cafetales’. Da lì ho visto tutto”.
I morti, hanno precisato le autoritĂ ’, sono la nonna Maria Concepcion González, 50 anni, il figlio Enrique Gonzalez di 24 e sua moglie Sandra di 25, la quale aveva in braccio la piccola Julissa di appena 8 mesi. Anche altri tre membri del gruppo familiare, Encarnacion, 18 anni, Roberto, 25 e Israel di 8 anni. I sopravvissuti alla strage hanno tutti meno di 12 anni scappando e nascondendosi tra le coltivazioni di caffè insieme a Carlos.
Secondo le testimonianze raccolte dalla polizia anche grazie alle sue dichiarazioni, la povera casa di lamiere di zinco di ‘Las Escobas’ è stata assaltata all’alba da una trentina di individui, che hanno aperto il fuoco usando armi automatiche di grosso calibro. I sicari avevano con sĂ© due cani. La strage, affermano altri familiari che vivono nei dintorni, potrebbe essere stata causata da una disputa per alcuni terreni.
L’11 ottobre è stato infatti arrestato un vicino dei Gonzalez, Archivi, conosciuto nel quartiere come ‘Checho’. Nella sua abitazione aveva due cellulari con i quali, sottolinea la polizia, ha probabilmente ”coordinato” la strage insieme ai complici. La sua foto è giĂ sui giornali del Guatemala. Ma a commuovere  è l’immagine di Carlos,  maglioncino bianco e pantaloncini gialli, abbracciato alla sorella mentre parla con i poliziotti.