ROMA – “Hanno ucciso l’Unità”. Titola così, il 30 luglio 2014, il giornale fondato da Antonio Gramsci. Giornale che, a meno di a questo punto improbabili colpi di scena, cesserà le pubblicazioni il giorno 1 agosto.
La situazione, già critica da mesi, è precipitata martedì dopo che la proprietà ha rifiutato tutte le offerte sul tavolo per salvare la testata.
Dopo la decisione è arrivato un duro comunicato del Comitato di Redazione
“Fine della corsa. Dopo tre mesi di lotta, ci sono riusciti: hanno ucciso l’Unità. I lavoratori sono rimasti soli a difendere una testata storica. Gli azionisti non hanno trovato l’intesa su diverse ipotesi che avrebbero comunque salvato il giornale. Un fatto di gravità inaudita, che mette a rischio un’ottantina di posti di lavoro in un momento di grave crisi dell’editoria. I lavoratori agiranno in tutte le sedi per difendere i propri diritti. Al tempo stesso, con la rabbia e il dolore che oggi sentiamo, diciamo che questa storia non finisce qui. Avevamo chiesto senso di responsabilità e trasparenza a tutti i soggetti, imprenditoriali e politici. Abbiamo ricevuto irresponsabilità e opacità. Questo lo grideremo con tutta la nostra forza. Oggi è un giorno di lutto per la comunità dell’Unità, per i militanti delle feste, per i nostri lettori, per la democrazia. Noi continueremo a combattere guardandoci anche dal fuoco amico”.
Il cdr non risparmia neppure il Pd
“E’ sorprendente che il Pd non sia riuscito a trovare una soluzione per L’Unità: avrebbe almeno potuto appoggiare il progetto di Fago”, socio di maggioranza della Nie in liquidazione, che aveva proposto di affittare e poi acquistare il ramo d’azienda”. E’ il j’accuse di Luca Landò, direttore del quotidiano.