ROMA – Ilenia Pastorelli è romana ed è nata alla Magliana. Il suo volto divenne famoso nel 2010 quando partecipò al Grande Fratello. Ora però Ilenia ha sbarcato alla grande nel mondo del cinema, partecipando come attrice protagonista alle riprese di Lo Chiamavano Jeeg Robot ed è stata premiata vincendo il David di Donatello come miglior attrice.
Valentina Tocchi del Messaggero l’ha intervistata chiedendole come si sente ora e che clima c’era sul film che la vede accanto a Claudio Santamaria:
“Attrice ancora non mi sento, ma quando la gente pensa che io sia simile ad Alessia di Jeeg Robot mi preoccupo: ma che ho la faccia di una che va al supermercato con l’abito da principessa e chiede a tutti se hanno la spada alata?!”.
(…) Lei si aspettava di vincere? “Diciamo che non ho ancora realizzato cosa significa questo premio per un’attrice. So solo che quando vado a trovare mia nonna alla Magliana, in via della Pescaglia, la gente mi urla: “Oh mo’ divento pure io come Jeeg Robot”.
)…) “Ti rendi conto? C’erano tutte attrici bravissime, come la Golino, la Ferilli, io ero contenta anche solo di essere stata nominata. Pensavo di andare lì e godermi la festa, la vera preoccupazione era la laurea di mia sorella il giorno dopo... Mi sono commossa molto per la vittoria di Luca Marinelli, meritatissima, ma alla mia non pensavo proprio”.
Alessia Marcuzzi la ha chiamata per farle i complimenti, i “mugugni” invece da chi sono arrivati?
“Che io mi sia accorta da nessuno. Anna Foglietta mi ha telefonato mentre Valeria Golino, che era in sala, mi ha abbracciata. Mi sarebbe tanto piaciuto vedere anche la premiazione di Santamaria ma non ci sono riuscita, mi sarei emozionata da morire anche lì”.
Che clima c’era sul set?
“Con Claudio Santamaria e Luca Marinelli abbiamo lavorato tantissimo, provato senza sosta anche prima delle riprese. Un grazie speciale lo devo a Gabriele Mainetti, che non ha avuto pregiudizi in merito alla mia esperienza al Grande fratello e mi ha spinta a dare al personaggio la mia verità. Pur essendo alla prima esperienza ho potuto fare le scene più difficili, quelle in cui Alessia piange e si dispera, senza troppe difficoltà proprio perché erano state provate moltissimo”.
Un altro ex gf come Luca Argentero ha detto di aver dovuto fare molti film prima di sentirsi attore. Lei dice di non sentirsi attrice ma il premio ormai lo ha vinto. Qualcosa vorrà dire…
“Vuol dire che “ora si balla”, nel senso che ora dovrò dimostrare agli altri ma anche a me stessa che non è stato un caso. Attrice no, non lo scriverei sulla carta d’identità, anche se non sono d’accordo con quelli che sottovalutano la difficoltà del ruolo che ho interpretato. Quello di Alessia è stato un ruolo che in realtà, parlata romana a parte, non mi somigliava affatto. Anzi, proprio perché diverso da me mi ha insegnato molto”.
Cosa le ha insegnato?
“A fidarmi degli altri, cosa che faccio poco, e a “credere”. Alessia “crede” in Jeeg Robot e in un certo senso lo crea e lo indirizza. Ci voglio provare anche io col prossimo fidanzato (ride)”.
Non c’è ora un Jeeg Robot al suo fianco?
“No, non mi innamoro da tre anni e non riesco a capire perchè”.
Sul set con due sex symbol del cinema italiano come Santamaria e Marinelli, poteva anche scattare qualche scintilla…
“E invece no, erano tutti fidanzatissimi e si è creato un bel clima di amicizia. Non mi resta che sperare in una carriera internazionale che mi porti a recitare con Johnny Depp. Anche se un po’ appesantito per me va benissimo (ride)”.
Dalle riprese del film ad oggi è passato molto tempo ma non la abbiamo vista in tv o al cinema. Come mai?
“Che il film sarebbe stato qualcosa di grande lo avevo capito dalla cura che ci avevamo messo tutti. Ho preferito non accettare cose che non sentivo mie ma nel frattempo ho fatto mille altri lavori, dall’agente immobiliare alla commessa in un negozio di moto, dall’insegnante di danza classica alla d j. Tutto quanto potesse aiutare l’operazione “mutuo”.
È vero, aveva raccontato che per le scene di pianto aveva pensato al mutuo. A che punto siete?
“È quasi estinto, ma ormai questa “tecnica” la devo brevettare, perché di questi tempi ognuno può piangere pensando al mutuo”.