NEW YORK – L’Isis continua con l’orrore delle decapitazioni degli ostaggi. Un nuovo video su internet mostra un combattente dell’Isis decapitare l’ostaggio inglese Alan Henning.
Il video ricalca quelli precedenti in cui l’Isis mostrava la decapitazione di altri ostaggi. Nelle scene finali, il combattente dell’Isis, il boia, minaccia un altro uomo identificato come americano. Secondo il centro di sorveglianza dei siti islamici si tratterebbe di Peter Edward Kassig
Nel video i terroristi si rivolgono direttamente al presidente Barack Obama e minacciano: ”Obama hai iniziato a bombardare la Siria, la nostra gente”: ”è quindi giusto che noi attacchiamo un altro dei tuoi uomini”.
Le ultime parole del condannato seguono il solito angoscioso schema dei video dell’Isis. Henning è obbligato ad annunciare la propria morte e a darne la colpa al governo britannico:
”Per via della decisione del nostro parlamento di attaccare lo Stato Islamico, io, in quanto britannico, pagherò il prezzo di quella decisione”.
Il video del messaggio
Mentre l’autenticità del video è ancora al vaglio degli esperti Usa, arrivano però nuovi dettagli inquietanti. Il boia che ha decaptiato Henning sarebbe lo stesso che ha ucciso l’altro ostaggio britannico, David Haines. Anche in questo caso la voce è contraffatta ma rivelerebbe un accento britannico.
Henning è il quarto ostaggio occidentale a essere decapitato dall’Isis in pochi mesi. Prima di lui era toccato ai giornalisti statunitensi James Foley e Steven Sotloff, e al cooperante scozzese David Haines.
L’ultima decapitazione segue di poco l’inzio dei raid nella zona dell’Isis da parte del Regno Unito che qualche giorno fa si è unito all’alleanza che combatte contro l’Isis in Sirira e Iraq.
“Il tassista dal cuore grande”: chi era Alan Henning. L’ostaggio britannico di cui l’Isis ha rivendicato l’uccisione, era caduto nelle mani dei jihadisti nel dicembre del 2013 ed era stato minacciato di decapitazione nel video in cui veniva barbaramente ucciso il suo connazionale David Haines.
Padre di due bambini, originario di Manchester, Henning aveva 47 anni e dedicava il suo tempo libero a raccogliere aiuti per i bambini siriani e a trasportarli in Medio Oriente, con una piccola organizzazione di volontariato chiamata ‘Aid 4 Syria’.
Secondo quanto riferiva a metà settembre il Daily Telegraph, Henning era al suo quarto viaggio in Siria quando il 26 dicembre del 2013 venne rapito da un gruppo di uomini mascherati nella città di Al Dana, vicino al confine con la Turchia.
Un attivista siriano che aveva trascorso con lui una notte in prigionia, prima di riuscire a fuggire, ha raccontato che Henning era convinto che sarebbe stato liberato molto presto per via della sua attività di volontariato per una organizzazione musulmana. Ma non è stato così.
Sarebbe stato trasferito dai suoi rapitori nella città siriana di Raqqa, considerata come la roccaforte dell’Isis. I suoi amici lo descrivono come una persona molto generosa, pronta a tutto per gli altri. “Lui pensava che la sua missione fosse quella di aiutare i bambini siriani”, aveva dichiarato sua moglie Barbara.