Lecce, il sindaco che “ci prova” con le casalinghe (anche comuniste)

LECCE – “Ciao, casalinga leccese. Alto, brizzolato, slanciato, tennista. Cucino, lavo, stiro, apparecchio. Se vuoi conoscermi, sono spesso in Comune. Astenersi perditempo”. L’annuncio esiste davvero, ma non su una qualche rivista per adulti. E’ “virtualmente” stampato sui manifesti elettorali, quelli destinati al web per una campagna “informale” e “ironica”, in sostegno di Paolo Perrone, sindaco Pdl in caccia di riconferma a Lecce. Perrone, come si dice in questi casi, punta evidentemente ad essere il sindaco di tutti visto che, sempre sul manifesto elettorale, campeggia un post scriptum: “Si accettano anche comuniste”.

La campagna pubblicitaria, per quanto schezosa, non è passata sotto silenzio. E Perrone è subito diventato “Berluschino”, un piccolo Silvio Berlusconi di provincia. A rispondere in modo ironico a Perrone è stata la sua avversaria per la poltrona di sindaco, Loredana Capone del Pd. Con un altro manifesto virtuale: “Paolo Perrone è certamente un bell’uomo. Usciteci pure a cena, corteggiatelo, fatelo sentire speciale. Saprà cucinare, ma non è molto bravo con la gestione della cassa: i conti del Comune li conoscete tutti, sono disastrosi. Care casalinghe. Paolo Perrone è l’uomo ideale per passare una sera, ma se dovete scegliere il sindaco, meglio lasciare perdere. Uscite con lui, e governate con me!”.

Davanti alle polemiche, in ogni caso, il sindaco replica su Facebook con una lunga nota in cui risponde al direttore del Foglio Giuliano Ferrara che lo aveva criticato: ” Le scrivo per manifestarle il mio disappunto riguardo l’articolo pubblicato sul numero odierno del giornale da lei diretto e riportante il titolo “Come ti smoscio il candidato macho”. Fermo restando l’estrema ironia che farcisce il pezzo, devo farle notare come in questo non si faccia il pur minimo riferimento ad un aspetto di fondamentale importanza, direi di determinante rilevanza: il fatto che le locandine in questione non siano assolutamente oggetto della mia campagna di comunicazione politica, ma frutto di una scherzosa trovata da destinare esclusivamente ai social network. Omettendo questa informazione (dimenticando, cioè, di chiarire che questi manifesti non sono mai stati affissi, perché mai realizzati) non soltanto è stato distorto il senso originario dell’iniziativa, ma è stata ingiustamente danneggiata l’immagine della mia persona e della carica istituzionale che rivesto. Mi ritengo dotato di senso dell’umorismo. Diversamente, non avrei deciso – nel presente come nel passato – di voler anche strappare un sorriso ai miei elettori in questi mesi di grande tensione elettorale. Accomunare, come il cronista ha fatto, una vera campagna di comunicazione politica (“mi sono pure smutandato”, è stato riportato) con una trovata goliardica, gioviale e soprattutto rivolta al pubblico degli internauti – arricchendo la cronaca dei manifesti di considerazioni moralizzanti del tutto personali – mi è sembrato eccessivo e non rispondente alla realtà dei fatti. Invito lei e la sua redazione a informarsi sulla mia vera campagna di comunicazione e sui relativi manifesti, dagli slogan riportanti i punti salienti della mia azione amministrativa. Anche perché, se doveste girare per le strade della bellissima Lecce, i manifesti delle casalinghe non li trovereste, così come invece nell’articolo in questione è stato fatto intendere e come credo, invece, debba essere rettificato, per il rispetto dei lettori del suo autorevolissimo giornale e della verità”.

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Emiliano Condò