“La mafia nei locali del centro storico di Roma”, Dr. Fisch, Cafè de Paris, Antico Caffè Chigi…

ROMA – La mafia nel centro storico di Roma”Sabrina Alfonsi, presidente del I Municipio avverte: “Quasi il 70% delle attività di somministrazione, dunque bar e ristoranti nel centro storico sono in mano alla criminalità organizzata”. Alfonsi denuncia, Confcommercio risponde stizzita: “E’ molto grave e può essere fuorviante perché rischia di gettare discredito su un’intera categoria di imprenditori”. Il Messaggero stila l’elenco dei locali confiscati negli ultimi anni: il Dr. Fisch in via dei Serpenti, il Cafè de Paris di via Veneto, il Bar California di via Bissolati, Ristorante George di via Sardegna, Gran Caffè Cellini di piazza Capecelatro, il Federico I in via Colonna Antonina. A investire su Roma c’è tutto l’arco criminale: camorra, cosa nostra, ‘ndrangheta e organizzazioni locali. Il gioco è semplice e redditizio: i clan investono capitale sporco e riciclano il denaro nelle attività legali, in supermercati, bar o ristoranti.

“La mafia nei locali del centro storico”, la mappa del Messaggero

Nel 2011, il tribunale di Prevenzione di Reggio Calabria ha confiscato una serie di esercizi commerciali, riconducibili a Vincenzo Alvaro:  il Cafè de Paris di via Veneto, il Bar California di via Bissolati, Ristorante George di via Sardegna, Gran Caffè Cellini di piazza Capecelatro, il Federico I in via Colonna Antonina. Alla ’ndrina degli Alvaro di Sinopoli, apparteneva il Cafè de Paris, confiscato a luglio. Ai Gallico di Palmi l’Antico Caffè Chigi, “ora acquisito da una nuova società pulita”.

Sul litorale romano, negli ultimi anni, sono stati sequestrati il Forno in piazza, Al contadino non far saper… e il Porticciolo sul lungomare Paolo Toscanelli.

Contro i videopoker si è schierato il I Municipio: “Abbiamo previsto un bollino di qualità – spiega Sabrina Alfonsi – per le attività commerciali che non hanno all’interno videopoker. La prossima settimana la delibera contro la ludopatia dovrebbe essere approvata”.

Poi c’è la crisi, la crisi che aiuta l’arco criminale: “La crisi economica – dichiara al Messaggero Barbara Sargenti, membro della Direzione distrettuale antimafia di Roma – è tra i fattori che hanno modificato il comportamento della criminalità organizzata che ora in molti casi investe in società legali, con una vera e propria partecipazione azionaria che in qualche caso si basa sulla necessità di liquidità da parte di società che hanno difficoltà economiche”.

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Gianluca Pace