ROMA – Usain Bolt, Michael Phelps, Bradley Wiggins, Sebastian Vettel e Leo Messi. E’ un pokerissimo di campioni, anzi fenomeni, quello che ha caratterizzato il 2012 dello sport.
L’anno finisce nel segno di questi fuoriclasse capaci, come nel caso di Bolt, di ripetere la tripletta dell’Olimpiade precedente, da Pechino a Londra continuando a sprintare come se niente fosse, anche se stavolta l’unico record mondiale migliorato è stato quello della staffetta 4X100.
Ma l’impressione di disarmante superiorità rispetto ai rivali è rimasta intatta: Daegu 2011 e quella squalifica per falsa partenza sono state solo un incidente, e il ‘lampo’ ora e’ l’icona della Giamaica, leggenda pari a quella musicale di Bob Marley del quale a Londra ha sfoggiato l’immagine su alcune delle divise della Giamaica ‘griffate’ dalla figlia stilista del re del reggae.
Ma Londra 2012 è stata anche l’Olimpiade del ‘Cannibale di Baltimora’, quel Michael Phelps che ha chiuso con il nuoto agonistico e rimarra’ nella galleria degli ‘immortali’, come testimonia il premio di ‘miglior atleta olimpico di sempre’ assegnatogli poco dopo i Giochi.
Un riconoscimento meritato per chi è stato davvero il Signore delle piscine e ha conquistato ben 22 medaglie in 3 diverse Olimpiadi, di cui 18 d’oro: 6 ad Atene, 8 a Pechino per battere il record delle 7 di Spitz nel 1972, altre 4 a Londra.
Ecco perchè Phelps, che ha vinto anche 26 titoli mondiali, e’ stato nel nuoto cio’ che Merckx rappresenta tuttora nel ciclismo.
Bradley Wiggins ha fatto impazzire gli inglesi vincendo prima il Tour, primo ciclista britannico a riuscirci, e poi, appena dieci giorni dopo, confermandosi sulle strade di casa nella cronometro individuale di Londra, trionfo che lo ha consacrato definitivamente (un oro su strada, dopo quelli in pista del 2004 e 2008) e ha fatto dimenticare al pubblico di casa la delusione per la mancata vittoria di Cavendish nella prova in linea.
Tutto cio’ gli è valso anche il conferimento del titolo di Sir, che la Regina Elisabetta ha deciso di conferirgli all’inizio del 2013. Ora ‘Wiggo’ punterà alla doppietta, visto che nel 2013 vuole replicare in Francia (Froome permettendo) e aggiungerci il Giro d’Italia.
L’incidente di un mese e mezzo fa in allenamento, quando e’ stato ‘toccato’ e mandato a terra dall’auto guidata da una donna che aveva sbagliato strada, è già dimenticato e Wiggins è pronto a sbalordire ancora, testimonial del fatto che si può vincere in modo pulito, e fino a prova contraria. Sebastian Vettel è il nuovo idolo della Germania, altro che i calciatori del ‘National Mannschaft’, uno che a soli 25 anni è già tricampione del mondo della F1, come l’immenso Ayrton Senna o l’altro brasiliano Nelson Piquet.
Solo che Vettel ci è riuscito a un’eta’ in cui gli altri avevano appena iniziato o quasi, e se continua cosi’ promette di battere anche i primati del suo idolo Michael Schumacher, iridato per 7 volte che quest’anno ha imboccato la strada del ritiro definitivo. La chiusura d’anno e’ stata con il ‘botto’, con l’ultima impresa di un 2012 sportivamente memorabile.
A compierla è stata quel Lionel Messi che negli ultimi dodici mesi ha vinto solo la Coppa del Re ma ha giocato a getto continuo partite altamente spettacolari, è stato Scarpa d’oro e capocannoniere per la quarta volta consecutiva della Champions.
Ma soprattutto ha segnato nell’intero anno solare la mostruosa cifra di 91 reti, ‘stracciando’ il primato di 85 di Gerd Muller, che resisteva dal lontano 1972.
Messi, sempre piu’ vicino all’Olimpo dei Pele’ e Maradona, ha vinto anche nella vita, visto che è diventato padre di Thiago, ”la cosa più bella che mi sia capitata”. Si’, davvero questo 2012 non lo potra’ dimenticare, manca solo che gli assegnino il quarto Pallone d’oro.
Il servizio fotografico di LaPresse.