CITTA’ DEL VATICANO – Papa Francesco, i presidenti di Israele e Palestina Shimon Peres e Abu Mazen e il patriarca di Costantinopoli insieme: incontro storico al Vaticano domenica pomeriggio per fare, tutti e tre insieme, una preghiera per la pace in Medio Oriente. Entrato in auto dall’ingresso del Perugino, Abu Mazen è stato accolto da papa Francesco sulla soglia di Casa Santa Marta. E poi c’è stato uno storico abbraccio tra Peres e Abu Mazen.
“Chiedo a tutte le persone di buona volontà di unirsi a noi nella preghiera per la pace in Medio Oriente” ha scritto il Pontefice in un  tweet per chiedere che tutti si uniscano a loro nella preghiera.
Prima della preghiera, Papa Francesco ha incontrato il presidente israeliano. Peres è stato accolto dal Pontefice con un abbraccio davanti alla Domus Santa Marta. Accanto al Papa c’era il custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa. Il prefetto della Casa Pontificia ha salutato il presidente israeliano quando questi era già nella hall. Subito Francesco ha accompagnato Peres in una sala dove è iniziata una conversazione presente l’ambasciatore Zion Evrony e due interpreti (per il Papa lo stesso Pizzaballa).
DISCORSO DEL PAPA. Al termine delle invocazioni di pace, nei Giardini Vaticani ha preso la parola Papa Francesco: “Spero che questo incontro sia l’inizio di un cammino nuovo alla ricerca di ciò che unisce, per superare ciò che divide. La vostra presenza è un segno di fraternità : Dio oggi ci guarda come fratelli e desidera condurci sulle sue vie”.
“Per fare la pace – ha scandito – ci vuole coraggio, molto di più che per fare la guerra”. Dopo Francesco hanno parlato Peres e Abu Mazen, e ognuno di loro prega per la pace.
DISCORSO DI PERES. Dopo il discorso di Peres: “Due popoli – gli israeliani e i palestinesi – desiderano ancora ardentemente la pace. Le lacrime delle madri sui loro figli sono ancora incise nei nostri cuori. Noi dobbiamo mettere fine alle grida, alla violenza, al conflitto. Noi tutti abbiamo bisogno di pace. Pace fra eguali”. Ma questa pace tanto invocata, aggiunge il presidente israeliano, “non viene facilmente: noi dobbiamo adoperarci con tutte le nostre forze per raggiungerla, presto. Anche se ciò richiede sacrifici o compromessi. Noi possiamo, insieme e ora, israeliani e palestinesi, trasformare la nostra nobile visione in una realtà di benessere e prosperità ”.
DISCORSO DI ABU MAZEN. “Noi desideriamo la pace, per noi e per i nostri vicini» dice nel suo discorso il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen. «Una pace – chiede – comprensiva e giusta al nostro Paese e alla regione, cosicché il nostro popolo e i popoli del Medio Oriente possano godere il frutto della pace, della stabilità e della coesistenza”.
“Riconciliazione e pace sono la nostra meta. Chiediamo di rendere la Palestina e Gerusalemme in particolare una terra sicura per tutti i credenti e un luogo di preghiera e di culto per i seguaci delle tre religioni monoteistiche: Ebraismo, Cristianesimo, Islam”. Quindi, l’invocazione a Dio ad “alleviare la sofferenza del mio popolo, nella patria e nella diaspora”.
Vasto è l’elenco delle delegazioni che partecipano oggi in Vaticano al “vertice di preghiera” per la pace convocato da Francesco nei Giardini vaticani. Il rabbino e l’imam di Buenos Aires (Abram Skorka e Omar Abboud) risultano tra gli “Invitati dal Santo Padre” al pari di Bartolomeo I, sei cardinali di Curia e alcuni prelati (tra i quali compare per la prima volta il nome di Fabian Pedacchio, da qualche mese primo segretario di Bergoglio) mentre i rappresentanti dell’ebraismo italiano (Renzo Gattegna e Riccardo Pacifici perché il rabbino Di Segni ha fatto sapere di avere altri impegni) risultano nella delegazione israeliana che accompagna Shimon Peres al pari dell’ambasciatore presso la Santa Sede, Zion Evrony, e del rabbino David Rosen, presidente della Lega antidiffamazione.
Analogamente nella delegazione palestinese che accompagna Abu Mazen figurano il patriarca emerito di Gerusalemme Michel Sabbah con il vescovo luterano Monib Younan, che seguono nell’elenco il ministro per gli affari religiosi di Palestina Alhabbash e l’ambasciatore di Palestina presso la Santa Sede Issa Kassisieh. Una nota a pie’ di pagina chiarisce infine la posizione del (contestato) patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme Teofilo che è “invitato speciale di entrambe le delegazioni con gradimento della Santa Sede”.
(Foto Ansa e LaPresse)