
Poste, la leggenda di Colapesce e il mito di Romeo e Giulietta sui francobolli Europa 2022
Poste Italiane comunica che oggi 25 ottobre 2022 vengono emessi dal Ministero dello Sviluppo Economico due francobolli celebrativi di Europa 2022, relativi al valore della tariffa B 50g pari a 2,70€ per il francobollo dedicato a Colapesce e alla tariffa B zona3 pari a 3,10 per il francobollo dedicato a Giulietta e Romeo.
Tiratura: trecentomilaquindici esemplari per il francobollo dedicato a Colapesce e quattrocentomilacinque esemplari per il francobollo dedicato a Giulietta e Romeo. Foglio da quarantacinque esemplari per ogni francobollo.
I francobolli sono stampati dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente. Bozzetti a cura di Fabio Abbati per il francobollo dedicato a Colapesce; Giustina Milite per il francobollo dedicato a Giulietta e Romeo.
Le vignette raffigurano, rispettivamente, un’interpretazione artistica delle leggende di Colapesce e di Giulietta e Romeo, e in particolare:
- Colapesce che sorregge una delle tre colonne su cui è poggiata la Sicilia, consumata dal fuoco dell’Etna, per evitare che l’isola sprofondi. Completano il francobollo le legende “MITI E LEGGENDE” e “COLAPESCE”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B 50 g”.
- Giulietta afflitta al cospetto di Romeo senza vita. Completano il francobollo le legende “MITI E LEGGENDE” e “GIULIETTA E ROMEO”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B ZONA 3”.
In entrambi i francobolli è presente il logo “EUROPA”. L’annullo primo giorno di emissione sarà disponibile presso l’ufficio postale di Messina 18 per il francobollo dedicato a Colapesce, presso Spazio Filatelia Verona per il francobollo dedicato a Giulietta e Romeo.
I francobolli e i prodotti filatelici correlati, cartoline, tessere e bollettini illustrativi saranno disponibili presso gli Uffici Postali con sportello filatelico, gli “Spazio Filatelia” di Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Roma 1, Torino, Trieste, Venezia, Verona e sul sito poste.it . Per l’occasione è stata realizzata anche una cartella filatelica in formato A4 a quattro ante, contenente per ogni francobollo, una quartina di francobolli, un francobollo singolo, una cartolina annullata ed affrancata e una busta primo giorno di emissione, al prezzo di 50€.

La leggenda di Colapesce (di Federico Basile, sindaco di Messina)
La leggenda di Colapesce è un racconto davvero antico, che trova le sue origini nei canti e nelle storie degli antenati. La leggenda di Colapesce narra di Nicola, detto Cola, figlio di un semplice pescatore che viveva a Messina. Cola era un vero amante del mare, tanto da passare le sue giornate a nuotare, come un pesce. Non a caso venne soprannominato Colapesce.
Le sue spiccate capacità nel nuoto, lo spingevano a esplorare le meraviglie del mare, per poter trovare tesori da portare sulla terraferma. Incuriositosi particolarmente, l’imperatore Federico II di Svevia lo chiamò nel suo palazzo, per sfidarlo in una gara di nuoto. Lo scopo era quello di ritrovare, nei fondali marini, una coppa che lo stesso sovrano aveva, precedentemente, gettato in mare.
Fu così che Colapesce, tuffandosi, riuscì a recuperare l’oggetto. Federico II decise, allora, di sfidarlo nuovamente, scegliendo un luogo ancora più remoto, in cui l’acqua era ancora più profonda. In questo caso, a dover essere recuperata era la corona dello stesso imperatore. Anche in questa sfida, Colapesce uscì vincitore, portando in superficie l’oggetto.
Ma Colapesce fu messo nuovamente alla prova da Federico II, il quale gettò un anello in una parte del mare molto insidiosa. Qui Colapesce, mentre nuotava verso le profondità, si rese conto di qualcosa di strano, ossia di tre colonne. Il loro scopo era quello di sorreggere la Sicilia e di non farla sprofondare. Tuttavia, una di queste colonne era talmente danneggiata da mettere in allarme Colapesce e da spingerlo a prendere una decisione: sostituirsi ad essa. Fu così che non riemerse mai più, lasciando sbigottiti i familiari, l’imperatore e l’intera corte.
Secondo la leggenda, Colapesce si trova ancora lì, a sorreggere con forza la Sicilia. Si narra, inoltre, che i tremori della terra, nelle zone di Messina e Catania, siano dovuti ai movimenti di Colapesce, intento a cambiare spalla.
Federico Basile
Sindaco del Comune di Messina

Il mito di Giulietta (di Marta Ugolini, assessora alla Cultura di Verona)
L’identità della città di Verona e la sua riconoscibilità sono indiscutibilmente legate a un marker turistico di grande impatto: il mito di Giulietta, figura centrale dell’opera shakespeariana, simbolo dell’amore emozionante e struggente che ha determinato, in tutto il mondo e in tutte le epoche, una narrazione letteraria, artistica, cinematografica e musicale in cui il tema centrale è stato ridefinito ed elaborato con infinite declinazioni.
Alla suggestione e popolarità del mito di Giulietta contribuisce l’ambientazione in epoca medievale della tragedia: un contesto che trova, nel patrimonio artistico e monumentale della città di Verona, scenari di grande fascino. Il sogno di un amore puro ed eterno su cui si fonda il capolavoro di Shakespeare appartiene alla magia della leggenda, e le piazze del centro storico, i cortili e gli antichi palazzi ne definiscono il contesto ideale, dove la fantasia può fluire tra immagini ed eventi del passato.
Nella storia dei due sfortunati innamorati Shakespeare seppe unire rappresentazione storica e fantasia, intrecciando una trama d’amore universale. La vicenda scorre nell’arco di appena cinque giorni: l’incontro, l’amore, la lotta, la fuga, l’avvelenamento, la morte. Una parabola dal ritmo incalzante, che brucia intensa dal primo momento fino al tragico epilogo, un capolavoro lirico sempre attuale sulle emozioni umane.
Nel racconto sono presenti numerosi riferimenti ad eventi e luoghi di Verona. Nel corso dei secoli, la leggenda ha consacrato alcuni di questi luoghi come i siti dove si sono svolti i momenti fondamentali della tragedia dei due giovani amanti.
Tra questi spicca la Casa di Giulietta, che la tradizione popolare ha da sempre identificato con la dimora dei Capuleti. Nel Cortile interno si affaccia il balcone, dove il racconto vuole che i due amanti si incontrassero al chiaro di luna. La Casa di Giulietta è in realtà il risultato di un intervento di restauro e allestimento in stile neomedioevale realizzato da Antonio Avena (direttore dei Musei Civici di Verona dal 1920 al 1955).
La Tomba di Giulietta è invece il luogo che segna la fine di una storia che il tempo non cancella. Il sepolcro, un sarcofago in marmo rosso, è situato in un sotterraneo all’interno del chiostro di San Francesco al Corso, suggestivo e diroccato complesso monastico. Anche la Tomba di Giulietta vide un intervento dello stesso Avena.
Questi siti sono totalmente identificati con il mito e sono consolidati nell’immaginario collettivo come luoghi in cui la tragedia shakespeariana ebbe inizio e vide la sua tragica fine.
Marta Ugolini
Assessora alla Cultura del Comune di Verona
