Francesco Schettino, ย secondo giorno di udienza (LaPresse) ย ย GROSSETO – E’ la sera del 13 gennaio 2012, Francesco Schettino ha impattato uno scoglio mentre era al timone della Costa Concordia. Intorno alle 22,30 chiama la Capitaneria di Porto. E spiega: “Praticamente stiamo imbarcando acquaโ. E aggiunge: โtanto รจ calma. E poi Dio ci pensi”.E’ uno degli estratti delle telefonate fatte quella sera durante le operazioni per mettere in salvo i passeggeri. Telefonate che sono state inserite tra i documenti presentati durante la seconda giornata dell’incidente probatorio, in corso a Grosseto.
L’udienza di martedรฌ รจ concentrata sulla falla nella nave causata dallo scontro con lo scoglio. Il comandante Francesco Schettino, abito grigio e cravatta a righe blu, segue in aula la ricostruzione offerta dai periti del gip Montesarchio. Gli esperti non hanno dubbi: “Schettino divenne consapevole della falla 3 minuti dopo lโincidente”.
Lโallagamento avvenne in tempi rapidi: ma allora perchรฉ Schettino tardรฒ a lanciare lโallarme? A pagina 107 della perizia cโรจ uno specchietto che confronta i tempi con cui fu gestita lโemergenza e quelli con cui sarebbe dovuta essere gestita. Perplessitร anche sui manager dellโunitร crisi della Costa che non intervennero. “Non furono adeguatamente informati – spiega lโavvocato della Compagnia Marco De Luca – e comunque lโallagamento era giร inoltrato”.
L’ammiraglio Cavo Dragone a domanda del Gip ha risposto che prima dell’urto contro gli scogli del Giglio per la nave Costa Concordia ”c’erano ampi spazi e tantissima acqua e tempo per accostare e portarsi fuori dal pericolo”, mentre ”la manovra dopo l’urto fu assolutamente fortuita perchรฉ la nave era senza controllo”.
Al suo arrivo Schettino รจ sceso dallโauto con cui รจ stato accompagnato e ha salutato gli operatori delle tv appostati sulle case vicine con un gesto della mano e una parola che ai piรน รจ sembrata un “buongiorno”. Poi si รจ recato in aula. Sono entrati dallo stesso ingresso anche i pm della procura di Grosseto e i periti, tra cui lโammiraglio Giuseppe Cavo Dragone. Lโingresso secondario verrร usato per tutta lโudienza cosรฌ da evitare l’assaltรฒ delle telecamere posizionate all’ingresso principale.










