BRINDISI – E’ iniziato alle 9,40 di giovedì 17 gennaio nell’aula Metrangolo davanti alla Corte d’assise di Brindisi il processo per la strage alla scuola Morvillo-Falcone, in cui il 19 maggio scorso perse la vita la studentessa sedicenne di Mesagne Melissa Bassi. In aula in prima fila, chiusi in un assoluto silenzio, sono presenti i genitori di Melissa. Unico imputato è Giovanni Vantaggiato, imprenditore di 68 anni di Copertino, reo confesso dell’attentato. Le accuse nei confronti dell’imprenditore sono strage aggravata dalla finalità terroristica e costruzione, possesso ed esplosione di ordigno micidiale in concorso con ignoti per quanto riguarda l’attentato di Brindisi, e di tentato omicidio pluriaggravato e costruzione, possesso ed esplosione di ordigno micidiale, relativamente all’attentato a Cosimo Parato (l’imprenditore di Torre Santa Susanna che il 24 febbraio 2008 subì un attentato organizzato da Vantaggiato).
Dalla scuola Morvillo-Falcone, gli studenti hanno esposto uno striscione con su scritto “volgiamo giustizia”.
Cataldi, manifestando l’opposizione della Dda di Lecce alla richiesta dell’avvocato Franco Orlando di sottoporre l’imputato a una perizia psichiatrica per valutarne la capacità processuale e approfondire, in seguito, la questione relativa alla sua compatibilità con il regime carcerario ha spiegato che “Giovanni Vantaggiato ha deciso in maniera preordinata di creare la problematica relativa alla sua incapacità di intendere e di volere nel momento in cui fu commesso l’attentato alla scuola Morvillo”.
Cataldi ha contestualmente chiesto la trascrizione di alcune intercettazioni telefoniche e ambientali (già sollecitata dagli avvocati di parte civile), dal momento che dalle stesse intercettazioni emergerebbe la volontà di Vantaggiato di dimostrarsi incapace di intendere e di volere. “La problematica relativa a un vizio di mente dell’imputato non è comparsa in alcun momento delle indagini, né in seguito – ha dichiarato il pm – l’unico momento in cui tale questione è venuta fuori è durante le intercettazioni, dalle quali emerge la fredda e lucida preordinazione a creare tale stato”.
Cataldi ha quindi ricordato alcune parole pronunciate da Vantaggiato, durante un colloquio nel carcere di Lecce con la moglie: “Da qui uscirò perché prenderò in giro tutti”, ritenendo che siano esemplificative della volontà di costituire un vizio di mente che, ad avviso della Procura, non esiste. Opposizione ad effettuare la perizia psichiatrica è stata manifestata anche dagli avvocati di parte civile.
Vantaggiato in Aula al processo e lo striscione fuori dalla Falcone-Morvillo (LaPresse)