Roma, si uccide a 15 anni: la pagina Facebook del ragazzo “con i pantaloni rosa”

ROMA – Un ragazzo romano di 15 anni si è ucciso impiccandosi con una sciarpa probabilmente perché non ha retto più al fatto di essere deriso per il suo orientamento sessuale. Il ragazzo studiava al liceo Cavour, si vestiva di rosa e si metteva lo smalto, era gay dichiarato, ed era stato soprannominato “il ragazzo dai pantaloni rosa”.

A quanto pare, era un anno che su Facebook venivano pubblicate foto e commenti contro di lui che lo prendevano in giro per il suo look. Le forze dell’ordine ora indagano sui gestori della pagina dedicata a lui: l’ipotesi di reato potrebbe essere di istigazione al suicidio.  Il giorno del suicidio, hanno riferito i suoi compagni di scuola, una docente avrebbe ripreso il ragazzo per aver usato uno smalto per le unghie.

La pagina del social network, ora è stata oscurata. “Leggo” ha ricostruito alcuni dei commenti presenti sulla pagina dopo la sua morte ed anche il commento straziante della madre del 15enne:

Spero che la Polizia arrivi a prendervi e indaghi voi e i vostri genitori debbano pagare fior di avvocati e di penali , banda di mentecatti”, scrive Fabrizio sulla pagina creata nel novembre dello scorso anno, quando Davide era al primo anno di liceo. “Se tra i motivi che hanno spinto un coraggioso ragazzo di 15 anni a togliersi la vita c’è questa pagina, spero che il peso delle vostre luride coscienze vi stringa un cappio al collo fino a farvi soffocare. Nella vita si paga tutto, spero soltanto che il prezzo che sarete costretti a pagare serva a qualcosa”, scrive Roberto. E ancora: “Voi piccoli bulli non avvertirete mai a sufficienza il senso di colpa per il suicidio di un vostro coetaneo. Perché i vostri genitori, i vostri insegnanti e il vostro stato tutelano quelli come voi. Riposa in pace Davide”, “Spero vi rimorderà la coscienza per il resto dei vostri giorni. Vergognatevi”, “Non ci dovrebbe essere perdono per tutto ciò. Se i giovani italiani sono come voi, mi vergogno di essere italiano”. Decine di messaggi, ma anche segnalazioni a Facebook affinché rimuova quella pagina della vergogna”.

“”Forse perchè così mi pare ancora di parlarti, forse per questo entro ed esco dal tuo profilo, indosso il tuo pigiama,cerco tra i tuoi appunti, i tuoi disegni, le tue cose’. Sono queste le parole affidate a Facebook dalla madre del quindicenne di Roma che si sarebbe suicidato martedì sera perchè da alcuni compagni additato come gay. “Voglio abbracciare i tuoi amici – scrive – perchè voglio abbracciare te e tutto il tuo mondo. Non capiamo, non accettiamo. Ti vogliamo con noi e BASTA!”.

“Nel suo profilo la donna ha messo una foto di lei e del figlio che sorridono abbracciati verso l’obiettivo di una macchina fotografica. “Intanto – scrive, con lo strazio di una madre che vede morire il proprio figlio – papà ed io domani saremo da te per quell’ultimo bacio che tu dovevi a noi, perchè così avrebbe dovuto essere per natura. Ci mancano le tue battute, le tue risate, le tue urla. Ci manca tutto. Anche il rumore dei tuoi passi quando giravi per casa nel silenzio della notte. Tutto di te! Eri ancora così acerbo, capace di un amore così grande, tu che ancora non avevi dato il tuo primo bacio. Con tutto l’amore che posso, riposa in pace figlio mio adorato”.

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Lorenzo Briotti