Rotolo della Torah più antico del mondo scoperto a Bologna (foto)

BOLOGNA – E’ rimasto in un archivio per un numero imprecisato di anni, probabilmente secoli. Liquidato da un bibliotecario di fine ‘800 come modesto manoscritto vergato, forse, nel XVII secolo. Invece, quel ‘Rotolo 2’ conservato nella biblioteca dell’Università di Bologna lungo poco meno di 36 metri e alto 64 centimetri, era in realtà il più antico rotolo ebraico completo della Torah oggi conosciuto.

A scoprirlo,è stato il professor Mauro Perani, ordinario di Ebraico dell’Alma Mater. Durante la redazione del nuovo catalogo dei manoscritti ebraici della biblioteca, ha notato che quella scrittura anomala, ”un carattere italiano piuttosto goffo, – così, l’aveva definito nel 1889 Leonello Modona, ebreo originario di Cento che lavorò per anni come bibliotecario a Bologna – altro non era che il modo di vergare la Torah prima che il filosofo Maimonide (morto nel 1204) fissasse in maniera definitiva la normativa rabbinica relativa alla scrittura del Pentateuco; e che quella ‘scrittura goffa’ era in realtà  una grafia orientale molto elegante e raffinata. Dettagli che, per il professore, portavano molto più indietro nel tempo la datazione.

”A quel punto, ho parlato di questo rotolo con alcuni tra i massimi esperti mondiali ed ho inviato loro delle foto – ha ricordato Perani – Tutti erano d’accordo nel datarlo tra il XII e il XIII secolo. Qualcuno sosteneva addirittura potesse risalire all’XI. I test al carbonio 14 effettuati dal centro di datazione e diagnostica dell’Università del Salento e dal Radiocarbon dating laboratory dell’Università’ dell’Illinois l’hanno collocato tra la fine del XII secolo e l’inizio del XIII secolo facendone il più antico rotolo ebraico completo della Torah oggi conosciuto”.

Come sia arrivato a Bologna ha spiegato la direttrice della Biblioteca, Biancastella Antonino purtroppo resta un mistero. Per consentirne lo studio, dopo la presentazione a fine giugno della rivista della Biblioteca che conterrà i risultati della ricerca verrà digitalizzato e reso disponibile sul sito della biblioteca. Cercando – ha detto Antonino – di evitare che finisca a rimbalzare sui social network vista la sua sacralità’. La rarità del Rotolo (che verrà mostrato pubblicamente in occasione della presentazione della rivista), è dovuta al fatto che le comunità ebraiche non conservano le vecchie copie in rotolo della Torah usate per la liturgia. Anzi, queste vengono sistematicamente distrutte.

Esse infatti non possono presentare imperfezioni, e quando si logorano perdono il loro stato di santità e vengono prima occultate in una stanzina e poi sepolte. Il rotolo 2 perfettamente conservato, è composto da 56 sezioni di pelle ovina – ”tanto morbida da sembrare stoffa di lino” – ed è scritto con un inchiostro di Galla che ne consente ancora una perfetta lettura. Da in principio dio creò fino ad alla vista di tutto Israele, la conclusione del Deuteronomio.

Il rotolo della Torah più antico del mondo scoperto a Bologna (Ansa)

 

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Lorenzo Briotti