(Foto Ansa)
AFFILE (ROMA) – Sei sagome di cartone per contestare il sacrario dedicato al ministro della Repubblica di Salò Rodolfo Graziani realizzato ad Affile in provincia di Roma e inaugurato lo scorso 11 agosto. Le sagome, “impiccate” al sacrario al centro di molte polemiche, sono apparse la notte del 21 novembre. Sulle sagome sono state lasciate scritte contro Graziani.
“Anche stavolta – dice il sindaco di Affile Ercole Viri – quasi certamente non si tratta di persone del nostro paese. Purtroppo penso che non sarà neanche l’ultimo episodio”. Il sacrario a Rodolfo Graziani, costato 127 mila euro con fondi della Regione Lazio, ha scatenato mille polemiche. Il mausoleo alcune settimane fa era stato imbrattato con scritte contro il gerarca fascista, i cui autori sono stati scoperti e denunciati dai carabinieri.
L’azione, la mattina del 22 è stata rivendicata da un comunicato firmato dagli attivisti raccolti sotto la sigla Giustizia – Memoria – Verità. “Rivendichiamo l’azione fatta all’alba di stamani al Sacrario di Affile”.
“Proponiamo – aggiungono – di re-intitolare il monumento al sacrificio delle donne della Ciociaria il Sacrario che è stato eretto, tra mille polemiche, dal Comune di Affile con i contributi della Regione Lazio (Giunte Marrazzo e Polverini). Oggi abbiamo voluto impiccare sei gigantesche e spettacolari sagome umane simboleggianti le varie tipologie di vittime (dai carabinieri leali rastrellati ai religiosi copti, dagli etiopi gasati e linciati agli ebrei italiani deportati) attraverso cartelli che riassumono i crimini e le efferatezze che fecero, fra l’altro, condannare Graziani per collaborazionismo e marchiarlo come ‘criminale di guerra’ dall’Onu. Le proteste per il sacrario, dall’interrogazione alla Camera dell’On. Michele Meta agli appelli al Capo dello Stato delle comunità israelite e africane, proseguono con le mobilitazioni dell’Anpi; la prossima sabato 24 novembre”.