ROMA – Franco Fiorito e i consiglieri del PdL della Regione Lazio, in questi giorni hanno fatto indignare gli italiani con la storia dei rimborsi milionari e per il loro stile “cafonal”che li ha potati a spendere 1.380 euro in formaggi, ricotta e mozzarella. Così, a finire sulla graticola è la destra romana “post fascista” e le sue feste con teste di porco e ancelle organizzata dal giovane consigliere Carlo De Romanis ‘alias’ Ulisse. Come fa tuttavia notare Il giornale in un articolo pubblicato il 22 settembre, lo stile “cafonal” non manca di certo anche alla sinistra.
Oltre ai casi eclatanti che hanno colpito il Pd nel 2011 (la festa del partito di Campiano in provincia di Ravenna dove una tale Jessica si è spogliata sul palco tra l’indignazione delle donne del partito, la giovane segretaria di un circolo del comune di San Minato in provincia di Pisa che, dopo aver deciso di girare un film porno, è stata riconosciuta nonostante la mascherina indossata durante le riprese) non mancano infatti casi “cafonal” più leggeri (il termine, per chi non lo sapesse, è un cavallo di battaglia di Dagospia) che hanno coinvolto, appunto, esponenti della sinistra.
Si parte dalla curiosa torta con cui ha festeggiato l’ex presidente della Camera Fausto Bertinotti, fino alla festa che si è svolta nel resort in Kenya di Flavio Briatore. Qui, si vede l’allora ministro dello Sport Giovanna Melandri del Pd ballare scatenata in pista.
Secondo Il Giornale, anche la sinistra non conosce la parola “sobrietà”. In un articolo titolato “Sinistra cafonal. Se i moralizzatori ballano (nudi) sui tavoli” si legge:
“Anzi due. Anzi tre, dieci, enne più uno. È la Casta, bellezza. Che non paga di pagare discinti festini, lussuose vacanze e pantagrueliche cene, si fa pure immortalare, a perenne memoria dello sfarzo che fu e che ancora è, sempre di più. Ogni volta rispondono così: abbiamo pagato con i nostri risparmi. Il punto è che quei risparmi, consiglieri regionali, governatori e parlamentari li hanno accumulati in anni di poltrone assicurate nelle istituzioni, e le istituzioni le pagano i cittadini. E allora, al netto delle inchieste, tocca far sapere a lorsignori che è davvero inelegante, diciamo così, finire nell’album di famiglia della Repubblica dello sbraco, simboli del potere che si autoconserva e balla sulla cassa integrazione del Bel (?) Paese”.
“Così, resterà negli annali la carrellata di baci e toccatine tra teste di porco e ancelle alla festa di un Carlo De Romanis vestito da Ulisse. Quella foto andrà ad aggiungersi alle sequenze già archiviate nel Cafonal di Roberto D’Agostino, ma mai impolverate, dei vari moralizzatori, quelli che predicano l’austerità contro lo sperpero e la morigeratezza contro lo scialo, e poi però se la sguazzano in allegria. Perché quando il vil danaro ti capita in tasca a suon di bigliettoni quotidiani, la vita è più facile. E quando la vita è facile ti vien voglia di festeggiare. Festeggiava Giovanna Melandri ospite di Briatore a Malindi, in un ballo scatenato pari solo a quello di Paola Concia, poco coerente con la posa sempre posata che l’allora ministro del Pd si dipinge addosso nelle Aule romane. Festeggiava il tremebondo ‘Travellaro’ alla festa del Fatto, festeggiava Fausto Bertinotti il comunista in cachemire e festeggiava Nichi Vendola l’amico degli operai al Gayvillage…..Festeggiava il Pd tutto, pardon, il Pd dei maschi rimbrottato dal Pd delle femmine, davanti allo spogliarello di Jessica alla festa del partito a Campiano. Perché l’odore dei soldi, quello è bipartisan”.