ROMA – Un elettricista alla Camera dei deputati prende uno stipendio base di oltre 30mila euro al suo ingresso a Montecitorio. Stipendio che al 40° anno alla Camera sale a oltre 136mila euro l’anno. Un consigliere invece parte da oltre 60mila euro al suo ingresso e può aspirare, dopo 40 anni, ad uno stipendio annuo di circa 358mila euro.
Scrive Lorenzo Salvia sul Corriere della Sera:
“Il vertice di Montecitorio, il segretario generale, ha stipendio e responsabilità analoghe a quelle dell’amministratore delegato di una grande azienda: entra con uno stipendio di poco superiore ai 400 mila euro lordi l’anno, ai quali si aggiunge l’indennità di funzione. Ma è scendendo verso la base nella piramide che cresce vertiginosamente la distanza delle retribuzioni dal mercato”.
In queste righe c’è un errore segnalato dall’ufficio stampa della Camera dei Deputati, che ne ha sollecitato la correzione a quotidiani e siti che hanno riportato la notizia: nell’edizione del mattino il Corriere della Sera indicava erroneamente la cifra di 400 mila euro associata agli stipendi dei commessi, a mezzogiorno l’edizione online del Corriere della Sera ha corretto le informazioni sbagliate riferite ai commessi invece che ai consiglieri e a 400 mila euro invece che 358 mila euro, correzioni che anche Blitz Quotidiano ha rapidamente integrato.
Salvia spiega che gli elettricisti in appena 10 anni di lavoro alla Camera, così come i barbieri, vedono lo stipendio raddoppiare:
“Gli operatori tecnici – categoria nella quale rientrano i centralinisti, gli elettricisti e pure il barbiere di Montecitorio – vengono assunti con uno stipendio che supera di poco i 30 mila euro lordi l’anno. Ma già dopo 10 anni la loro busta paga è quasi raddoppiata, superando quota 50 mila, e a fine carriera può arrivare a 136 mila euro l’anno. Tradotto: un elettricista, un centralinista e un barbiere della Camera, anche se a fine carriera, messi insieme guadagnano quanto il segretario generale, che è pur sempre a capo di 1.500 persone”.
Ci sono poi i consiglieri di Montecitorio:
“Gli oltre 400 assistenti parlamentari, cioè i consiglieri di Montecitorio, guadagnano in media come il direttore di una filiale di banca, eppure in generale non svolgono compiti molto diversi dagli uscieri di altri simili uffici pubblici. Inoltre, sono numerosissimi: 0,7 per ogni deputato, dopo il taglio voluto dall’attuale segretario generale, mentre dieci anni fa il rapporto era addirittura 1 a 1. La busta paga degli oltre 170 «consiglieri parlamentari» ha in media lo stesso peso di quella di un primario ospedaliero, ma a fine carriera supera i 350 mila euro l’anno. Mentre il primario ha la responsabilità di un reparto, i consiglieri si limitano a svolgere attività di studio e ricerca, o di assistenza giuridico legale e amministrativa”.
Oltre allo stipendio base, vanno poi tenute in considerazione le indennità:
“dai 662 euro netti mensili riservati al segretario generale giù fino ai 108,97 euro, sempre netti e al mese, per gli autisti parcheggiatori, passando per gli 85 riservati a chi lavora in cucina e per i 108 incassati dagli addetti al recapito della corrispondenza”.