(Foto Ap/LaPresse)
WASHINGTON, STATI UNITI – Per il Giorno del Ringraziamento, una delle festività più popolari degli Stati Uniti, in tutto il Paese si verifica una vera strage di tacchini.
Gli americani li allevano con cura tutto l’anno, belli grassi e teneri, fino a quando cadono sotto la mannaia del macellaio e finiscono, ripieni di ogni ben di Dio, nel forno delle massaie che fanno a gara per portare nella tavola di casa imbandita l’uccello più saporito e meglio cotto.
Negli Stati Uniti gli storici fanno risalire questa gioiosa (ma non per i poveri tacchini) festività nientemeno che al 1621, quando i padri pellegrini a Plymouth, decisero di ringraziare il Signore, a loro modo, per un raccolto di grano particolarmente abbondante. Perchè per questo ringraziamento furono scelti i tacchini non è chiaro.
Ma non tutti i pennuti finiranno in forno con un ripieno di castagne e accompagnati dalla indispensabile Cranberry Sauce, una sorta si marmellata di mirtilli, possibilmente fatta in casa, senza la quale, spalmata sul tacchino, il Thanksgiving non è il Thanksgiving. Anche mercoledi, vigilia della festività , com’e’ tradizione da 65 anni, il presidente americano ‘grazia’ un tacchino alla vigilia della festa. Si tratta di una cerimonia che si tiene come sempre in diretta tv, dal Rose Garden della Casa Bianca, in cui il presidente di turno ‘salva’ l’animale dal forno.
Stavolta pero’ il mondo dei social media irrompe in uno degli appuntamenti piu’ seguiti d’America: per la prima volta nella storia sara’ il pubblico, votando sulla pagina di Facebook della Casa Bianca, a votare quale pennuto avra’ l’onore di essere ‘graziato’ da Barack Obama. In lizza ci sono due bei tacchini bianchi, di 19 settimane, che pesano una ventina di kg ciascuno.
Si chiamano Cobbler e Gobbler. Per la cronaca, anche chi perdera’ il ballottaggio su Fb evitera’ comunque la casseruola. Entrambi saranno infatti ospitati e allevati senza rischi nella fattoria di Mount Vernon, all’interno della tenuta, a mezz’ora dalla capitale, dove si trova la casa di George Washington, oggi uno dei monumenti nazionali piu’ visitati d’America.




