ROMA – Di Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, le due ragazze italiane rapite in Siria, non si ha notizia da 6 giorni.
Erano arrivate in Siria dieci giorni fa per portare avanti un progetto di solidarietร . Le due ragazze lavoravano al Progetto Horryaty, un progetto di solidarietร per la Siria.
Sulla pagina Facebook di “Assistenza sanitaria in Siria” รจ spiegato cos’รจ il progetto Horryaty.
“Il progetto – si legge – nasce dopo un sopralluogo effettuato nel mese di marzo da Roberto Andervill, socio IPSIA, Greta Ramelli e Vanessa Marzullo attiviste per la Siria”.
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(foto Facebook)
“Atterrati in Turchia – si legge ancora – siamo stati accompagnati da una guida siriana nella sua terra, di preciso nelle zone rurali di Idleb, a sud ovest rispetto ad Aleppo. Durante questa prima visita si e’ cercato di instaurare un primo rapporto con la popolazione locale , al fine di capire le vere necessita’ e visitare i luoghi coinvolti nel progetto. In particolar modo sono stati visitati i due centri di Primo Soccorso di B. e H., dove c’e’ stata la possibilita’ di rilevare le principali problematiche nell’ambito dell’assistenza medica: carenza di personale adatto e di materiale essenziale per condurre assistenza sanitaria di base e di emergenza. Durante questa missione siamo stati sempre accompagnati e scortati da personale locale, con un alto grado di sicurezza”.
L’ultimo post su Facebook di Vanessa Marzullo risale al 16 luglio: “Rosso, rosso come quel lettino, e sul lettino il corpicino martoriato dellabambina di Aleppo le cui gambe sono state polverizzate da un’esplosione. Rosso come le macchie ormai incrostate sulle pareti e il pavimento, nell’angolo della stanza dove vi hanno torturati fino a farvi desiderare la morte, fino a farvi morire in maniera indicibile…
Greta Ramelli era al terzo viaggio in Siria, e alle spalle aveva giร diverse esperienze in missioni umanitarie in Africa.






