Trilussa, poeta di Roma: “Mi hanno nominato senatore a morte”. Sapeva di avere i giorni contati, tre settimane dopo la nomina a senatore a vita morì
“Mi hanno nominato senatore a morte”.
ROMA – Non sono le parole di un senatore condannato dalla riforma Renzi al ritiro, ma l’amara, macabra ironia di Trilussa, poeta romano di statura nazionale, quando, nel 1950, fu nominato senatore a vita, 20 giorni prima che morisse. Soffriva di asma, sentiva la fine avvicinarsi.
Trilussa in realtà di chiamava Carlo Alberto Salustri e Trilussa è l’anagramma del suo cognome, nacque a Roma nel 1871 e vi morì nel 1950.
Rievoca la battuta di Trilussa Fabio Isman sul Messaggero:
“Trilussa ha commentato mezzo secolo di vita, dai primi del Novecento, al fascismo, al dopoguerra: corruzioni, gerarchi ed intrallazzi. Fu il sesto senatore a vita nominato dal presidente Luigi Einaudi: sostituì Arturo Toscanini, che si era dimesso, il 1 dicembre 1950. Da tempo era malato, gli restavano ancora venti giorni appena”.
Val la pena di ricordare anche perché Arturo Toscanini non accettò la nomina a senatore a vita:
“Il 5 dicembre 1949 venne nominato senatore a vita per alti meriti artistici, ma decise di rinunciare alla carica il giorno successivo. Mandò, da New York, un telegramma di rinuncia all’allora presidente della Repubblica Luigi Einaudi: Schivo da ogni accaparramento di onorificenze, titoli accademici e decorazioni, desidererei finire la mia esistenza nella stessa semplicità in cui l`ho sempre percorsa”.
Il nome di Trilussa è noto anche a chi non ha mai letto un suo verso, per la poesia sulla statistica. La statistica
“è quella per cui se qualcuno mangia un pollo, e qualcun altro no, in media hanno mangiato mezzo pollo”,
quando ancora mangiare pollo, una volta la settimana per lo più, era indice di benessere:
La Statistica
Sai ched’è la statistica? È ’na cosa che serve pe’ fa’ un conto in generale de la gente che nasce, che sta male, che more, che va in carcere e che sposa. Ma pe’ me la statistica curiosa è dove c’entra la percentuale, pe’ via che, lì, la media è sempre eguale puro co’ la persona bisognosa. Me spiego: da li conti che se fanno secondo le statistiche d’adesso risurta che te tocca un pollo all’anno: e, se nun entra ne le spese tue, t’entra ne la statistica lo stesso perché c’è un antro che ne magna due.