“Regna un silenzio gonfio di attesa e io penso che in fondo è qui che si apre la grande distanza che separa due mondi. Da una parte, quei navigatori specialisti e velocisti, soprattutto anglosassoni, protestanti, epigoni di una tradizione industriale che ha sempre visto la natura come nemica, la natura da conquistare e sottomettere. Dall’altra, quei navigatori che ereditano semmai la tradizione degli esploratori e sanno che la natura va accudita e conosciuta per prevederla e conviverci. Solo questi ultimi conoscono il perfetto equilibrio fra ciò che è sotto e ciò che è sopra, ciò che è dentro e ciò che è fuori. Perché adeguandosi alla natura sanno anche bene in cosa la natura umana può essere almeno un po’ viziata. Sanno come scendere nelle viscere della propria psiche. Allora, mentre nel buio cerco d’intuire le colonne d’Ercole che abbiamo ormai superato, saluto tutti e scendo sottocoperta”.
Matteo Nucci sul Venerdì del 9 novembre 2012 racconta i suoi cinque giorni a bordo di Maserati, la barca a vela con la quale Giovanni Soldini con il suo equipaggio vuole arrivare – battendo in velocità i precedenti record – da New York a San Francisco doppiando Capo Horn, la punta della Terra del Fuoco in cui si incontrano l’Oceano Pacifico e l’Oceano Atlantico, il tratto di mare più pericoloso al mondo.