ROMA – Umberto Eco: “La cultura non salverà il mondo”. Lo disse il 1 agosto 2015, in occasione dell’Expo, parlando da uomo di cultura a uomo che parla di cultura ma che di cultura non pare averne molta, Matteo Renzi.
Umberto Eco è morto venerdì sera, 19 febbraio 2016 a Milano. Fu pioniere e alfiere in italia di una scienza un po’ occulta come la semiologia, la scienza dei simboli e dei segni, scrisse per anni sull’Espresso e su Repubblica ma diventò famoso grazie a un romanzo giallo (altra materia di cui era grande esperto) a carattere storico infarcito di erudizione medievale (altro grande filone di interesse accademico per il professore universitario Umberto Eco), “Il nome della rosa”, da cui fu tratto un film di successo con Sean Connery. Intervistato da Repubblica Tv, Umberto Eco disse:
“La bellezza e la cultura non salveranno affatto il mondo”.
C’era stata, ricorda il commentino al video, una delle solite frasi a effetti del presidente del Consiglio Matteo Renzi prima della lectio magistralis tenuta Umberto Eco in concomitanza con la tavola rotonda con i ministri della Cultura ad Expo.
Umberto Eco, che amava andare controcorrente, ha ricordato:
“Anche Goebbels era un uomo coltissimo, ma questo non gli ha impedito di gasare sei milioni di ebrei. La comprensione della bellezza altrui questa sì invece che può essere importante. Ma non dimentichiamoci anche che ci sono stati grandi criminali che collezionavano quadri”.
Sul dramma dei migranti, commenta ancora la noticina di Repubblica Tv a presentazione del video,
Eco ha sottolineato l’importanza dei media che non possono tralasciare questi argomenti: “Ci siamo già dimenticati dei migranti di Ventimiglia”. Eco ha infine commentato l’enciclica di papa Francesco: “C’è ancora molto da fare per realizzare questa casa comune”.