Brasile fuori: il gatto lanciato alla conferenza stampa. Ancora sullo choc – che poi è sempre lo stesso ormai da 20 anni e 5 tornei – dell’eliminazione del Brasile dai Mondiali in Qatar, maturato drammaticamente quando a 4 minuti dalla fine dell’ultimo supplementare i verde oro erano con un piede in semifinale grazie al gol capolavoro del redivivo Neymar.
Le spiegazioni abbondano, i presunti colpevoli sono schiera: Tite, l’allenatore, non all’altezza, la presunzione di non voler difendere il risultato acquisito, l’inesperienza, le troppe capigliature ossigenate e chi più ne ha…
Mancava il lancio del gatto. Un lancio in effetti incomprensibile e inutilmente crudele. Parliamo di una conferenza stampa (quella prima della partita con la Croazia) e dell’addetto stampa del Brasile. Che, accorgendosi della presenza invero tranquilla e silenziosa di Hexa, un bel felino sdraiato sul tavolo, non ci ha pensato due volte a scaraventarlo via senza troppi complimenti. Davvero un genio della comunicazione (per non dire della sensibilità).
Il gesto non è passato inosservato, il processo mediatico immediatamente istruito. Col risultato che la CBF (la federazione brasiliana) è stata investita da un mare di critiche, in particolare degli animalisti. Decisi a chiedere punizione e multa.
Questa, di seguito, la dura presa di posizione del Forum nazionale per la protezione e la difesa degli animali.
“Promuovere il cambiamento nella società fa parte dei nostri valori. Non possiamo quindi normalizzare situazioni che violano il diritto degli animali, sia in Brasile o in qualsiasi altro Paese – scrive sui social il Forum nazionale per la protezione e la difesa degli animali – .
Tutti seguiamo attoniti la posizione dell’addetto stampa contro un gatto nella conferenza stampa del CPF e non possiamo tacere di fronte a questo atteggiamento. .Abbiamo intentato un’azione civile pubblica in collaborazione con altre ONG chiedendo le scuse pubbliche della CBF, la somministrazione di un corso di diritto animale per i dipendenti della CBF, oltre alla condanna per danno morale collettivo per un importo di 1 milione di real (circa 180 mila euro).
Cifra che, in caso di condanna, NON andrà alle ONG ma sarà devoluta a un fondo dove sarà utilizzato a beneficio della collettività. Crediamo nel carattere educativo dell’azione e che il diritto e la dignità degli animali siano oggetto di riflessione per tutta la società”.