TORINO – ''Il mondo e' ancora diviso in gatti e topi'': parola del padre di ''Maus'', Art Spiegelman, ospite al Circolo dei lettori di Torino. ''Oggi questa divisione ha un senso da un punto di vista economico – ha detto – Il 99% della popolazione e' composto da topi, l'1% da gatti. Ogni paese, in particolare, ha i suoi topi e i suoi gatti''.
''Sono un ponte – ha detto – tra il XX e il XXI secolo''. ''Io non sono 'allergico' alla tecnologia, come potete vedere, fumo sigarette vere ed elettroniche, senza distinzioni'' , ha scherzato. Ma la forza dei fumetti ''continua a essere – ha sostenuto Spiegelman – la capacita' di coniugare due linguaggi, immagine e testo. I fumetti permettono al lettore di arrampicarsi nel cervello di un altro, sono un modo per capire come pensa una persona e per vedere il mondo con gli occhi di un altro''.
Alla domanda se si considera il padre della graphic novel ha risposto con una battuta: ''Tutti dicono che il padre sono io, ma sto ancora chiedendo la prova del DNA''. E a proposto della graphic novel ha chiosato che,in fondo, il termine ''e' una definizione data dal marketing''. La distinzione tra graphic novel e fumetto secondo Spiegelman non e' netta perche'''forse la graphic novel e' una striscia che ha delle ambizioni''.
''Ho cominciato a disegnare da bambino – ha raccontato – Figlio di immigrati ebrei e polacchi il fumetto ha rappresentato un rifugio contro la diversita'''. Poi racconta di avere un problema a un occhio che non gli permette di percepire la tridimensionalita' e che da ragazzo gli impediva di giocare a baseball con i compagni. ''Cosi' – ha concluso – ho trovato rifugio in biblioteca e poi nella letteratura''.
