Formalmente è un imprenditore di quelli creativi che hanno inventato un modo completamente nuovo di commercializzare un prodotto. A guardarlo da vicino Marcello Baraghini, romagnolo classe 1943, sembra tutt’altro. Mirella Serri, che in occasione dei 40 anni di “Stampa Alternativa” gli ha dedicato una lunga intervista – ritratto lo racconta come uno che gira con uno “zaino grigioverde che contiene tutto il suo ufficio” e che, quando è in viaggio evita hotel e affini “dormendo nel sacco a pelo, tra i vagoni in sosta” della stazione ferroviaria di turno.
Eppure Baraghini è l’uomo che ha inventato “Stampa alternativa” la casa editrice che lo ha trasformato, sempre secondo la Serri in “editore-gran terrore di librai, edicolanti e venditori di tomi e affini”. Perché Stampa Alternativa, tra le altre cose è quella che si è inventata la collana “Millelire” piccoli libretti (anche tanti classici, nel catalogo) di max 50 pagine e dal prezzo che prima dell’avvento dell’euro era proprio di mille lire. Il volume più “fortunato” con quasi due milioni di copie piazzate in giro per l’Italia è “La lettera sulla felicità di Epicuro”. Chi ha casa non ha una copia del minuscolo libretto rosa?
Ma Baraghini non è solo mille lire, è l’emblema di una vita davvero alternativa. Gli episodi sono numerosi: figlio di un ex fascista e di una donna religiosissima l’editore scappa di casa ancora minorenne. La madre gli grida dietro: “Mi farai morire”. Baraghini ci scherza su: “Dovrei denunciarla per falso, è vissuta benissimo fino a 90 anni”.
L’inventore di stampa alternativa inizia a vivere “come un ragazzo di strada”, si avvicina ai radicali di Marco Pannella e scrive il suo primo libro, quel “Manuale contro la famiglia” che gli vale, negli anni, 137 denunce e un bel periodo di latitanza. E’ solo l’inizio: dopo la famiglia l’editore pubblica libri come “Manuale per la coltivazione della Marijuana” e “Maremma avvelenata” in cui accusa l’Eni di strage ambientale.
L’incontro con il leader dei radicali, invece, Baraghini lo racconta così: “Mi apre Pannella in persona, alto, è bellissimo, con la chioma folta e scompigliata, la luce che entra dalle finestre lo illumina, è un’icona, un dio. Fu un innamoramento, anche fisico”.
Il 1970, dopo un’esperienza come correttore di bozze al quotidiano socialista Avanti è l’anno di “Stampa alternativa”. Oggi, a 40 anni di distanza, l’amore per la letteratura è intonso. Quanto agli scrittori contemporanei Baraghini non risparmia frecciate velenose: “Ammaniti, Tiziano Scarpa da me soprannominato il Ciabatta e la Avallone” sono “privi di sangue, assoggettati solo alle regole del mercato”. L’editore li definisce “anime morte della letteratura”. Anime morte, capolavoro di quel Gogol che insieme a Camus, Keruac e Dostoevskij sono stati la scintilla che ha fatto nascere l’amore tra Baraghini e la letteratura.