“PREGHIERA DEL PENTITO”
VOCE NARRANTE: Ci troviamo nell’ufficio di un Pubblico Ministero. Il mafioso pentito è inginocchiato dinanzi al magistrato.
MAFIOSO PENTITO: Sostituto Procuratore mio, mi pento con tutto il cuore dei miei reati. Li odio e li detesto come offesa al Codice penale, causa della morte di alcune decine di innocenti e mia personale rovina. Non voglio più commetterne in avvenire, denuncio amici e nemici, a vostra discrezione e conforme alle vostre necessità. Propongo di non pentirmi del mio pentimento. Sostituto Procuratore mio, misericordia, perdonatemi.
ARCIDUCA: Dopo che il mafioso è stato perdonato e inserito nel programma dei collaboranti, che accade?
BERTOLDO: A scelta, o è veramente pentito e allora racconta tutto e una volta per tutte, si fa la plastica facciale, cambia nome ed emigra con la famiglia in un angolo appartato dello Zimbabwe. Oppure è pentito così così e dopo avere rilasciato a rate le richieste deposizioni e intascati in contante premi, prestiti e stipendi per sè e famiglia non cambia nè faccia nè nome. E neppure mestiere: continua come prima a spacciare droga e a eliminare rivali.
ARCIDUCA: E la polizia?
BERTOLDO: Si morde i pugni.
ARCIDUCA: Nonostante?
BERTOLDO: Nonostante la sua solerzia
ARCIDUCA: Come è la Giustizia?
BERTOLDO: Severa. Sorda.
ARCIDUCA: Gli avvocati?
BERTOLDO: Di due tipi: quelli che conoscono bene il Codice e quelli che conoscono bene il giudice.
ARCIDUCA: Le udienze del processo?
BERTOLDO: Drammatiche. Convulse. Ricche di colpi di teatro.
ARCIDUCA: I rappresentanti della difesa?
BERTOLDO: Scaltro. Eloquenti. Verbosi. Martellano il testimone.
ARCIDUCA: Il PM?
BERTOLDO: Implacabile.
ARCIDUCA: Tanto da suscitare?
BERTOLDO: Tanto da suscitare le vibrate proteste della difesa.
ARCIDUCA: La sua arringa?
BERTOLDO: Scaltra. Eloquente. Verbosa. Martella l’imputato.
ARCIDUCA: La sentenza quando è prevista?
BERTOLDO: Per la fine del secolo.
ARCIDUCA: Questo secolo?
BERTOLDO: Il prossimo.
ARCIDUCA: Sulla Giustizia…
BERTOLDO: Sulla Giustizia avrei qualcosa da aggiungere. Ho fatto un sogno…
ARCIDUCA: Come Martin Luther King?
BERTOLDO: Dopo avere letto tutti i libri scritti da egregi cronisti sulle Caste, e la Casta dei politici, e la Casta dei sindacalisti, e la Casta dei giornalisti, e la Casta degli avvocati, dei medici, dei notai, dei farmacisti, dei gommisti, dei baristi, delle ostetriche, ho sognato che qualcuno di quegli eccellenti segugi aveva scritto anche un libro sulla Casta delle Toghe. Sai quanti episodi spassosi, e magari scandalosi avrei trovato in quelle pagine? Purtroppo il libro non c’era. Qualche volume in verità circola, ma acqua di rose e nessun nome… Mi chiedo come mai…
