ARCIDUCA: Te lo chiedi? Sei proprio ingenuo.
BERTOLDO: Hanno paura delle ritorsioni? Possono denunciare gli errori e le colpe dei politici e di tutti gli altri della cosidetta società civile ma non se la sentono di rivolgersi ai magistrati?… Che abbiano un filo di tremarella? Paura di rompere un tabù? Paura di venire prima o poi intercettati?
ARCIDUCA: Le intercettazioni sembrano esser diventate l’ingrediente indispensabile delle indagini giudiziarie. O no?
BERTOLDO: Le intercettazioni intese nel senso di ascolto dei colloqui di persone sospette o presunte tali con l’ausilio di ordigni elettronici o del semplice orecchio umano?
ARCIDUCA: Quelle.
BERTOLDO: Come le preferisci, Signore? Ambientali o telefoniche?
ARCIDUCA: Le due.
BERTOLDO: Saggio di intercettazione ambientale.
“L’APERITIVO”
VOCE NARRANTE: Un bar. Entrano due clienti abituali e vanno a sedere al solito tavolino. Ordinano aperitivi con olive e continuano a conversare a bassa voce. Il cameriere serve e si allontana.
UNO DEI DUE CLIENTI ABITUALI (richiama il cameriere): Ragazzo, cambiaci le olive. Non hanno il microfono.
ARCIDUCA: Devo avere letto qualcosa di simile sui giornali, il microfono nascosto tra gli stuzzichini… Ma se poi il cliente è distratto e se lo mangia?
BERTOLDO: Buon appetito. Per la intercettazione telefonica ho un altra commediola intitolata
“PROVA DI VOCE”
VOCE NARRANTE: Un ufficio deserto. Entra il Sospettato dalla Giustizia. Osserva con apprensione le pareti, il soffitto, il lampadario, l’abat-jour. Infine alza il telefono.
IL SOSPETTATO: (al telefono) Uno-due-tre… prova di voce… Uno-due-tre… prova di voce… Va bene questo tono, maresciallo per la sua registrazione, o devo alzare il livello?
ARCIDUCA: (rimane qualche istante in silenzio)
BERTOLDO: Non riesco a seguirti, fammi il favore di pensare più lentamente.
ARCIDUCA: Pensavo che oggi più che essere conta avere, e più che avere conta apparire.
BERTOLDO: Come no! Soltanto i toreri, i giocatori di basket, i fotografi e qualche cameraman riescono a lavorare rinculando. Fotografi e cameramen precedono a ritroso il Personaggio, in apparenza riluttante a farsi ritrarre (il Politico scortato dalle guardie del corpo all’uscita dal Consiglio dei Ministri, l’Assassino anch’egli tra due sbirri, il Magistrato che percorre il corridoio del Palazzo di Giustizia, il Generale che passa in rassegna la truppa). Potrebbero riprenderlo con comodo e senza tante contorsioni se non fosse d’obbligo la messa in scena della riluttanza. Il Personaggio deve far mostra di accettare quella tortura per spirito di servizio. Quando capita che fotografi e cameramen siano in ritardo, allora il Personaggio rallenta il passo e li aspetta. E quando proprio nei dintorni non c’è ombra di fotografi e cameramen, Politico, Assassino, Magistrato, Generale si sentono perduti, che succede? non interesso dunque più? la mia vita non ha più un senso?
ARCIDUCA: Sei amaro, bifolco. Non trovi nulla di buono nel lavoro dei politici?
BERTOLDO: Non sono amaro, Signore. Caso mai, metto il dito nell’ovvio. Però quando devo lodare, lodo. Per esempio trovo confortante la statistica fornita dal mio Sindaco. Dacchè il Comune ha completamente chiuso il centro della città al traffico automobilistico, nel centro della città gli incidenti d’auto sono scesi dello 0,83 per cento.
ARCIDUCA: In quale stagione politica ci troviamo?
BERTOLDO: Una stagione di speranze.
ARCIDUCA: Chi lo dice?
BERTOLDO: I nuovi politici.
ARCIDUCA: E la gente ci crede?
BERTOLDO: No, e nemmeno i nuovi politici.
ARCIDUCA: E chi sono questi nuovi politici?
BERTOLDO: Quelli di sempre.
ARCIDUCA: Certi nuovi politici sostengono che bisogna cambiare.
BERTOLDI: Bene, incominciamo da loro.
ARCIDUCA: E il rapporto dei politici con i mezzi di comunicazione, come lo consideri?
