CORTIGIANI: (restano in un silenzio impacciato).
BERTOLDO: E quelli che non avevano trovato rifugio sull’Arca, sono tutti annegati?
CORTIGIANI: (ancora muti e seccati).
BERTOLDO: Va bene, allora vi rinfresco la memoria con una pagina dell’Antico Testamento.
“NOE’ E IL DILUVIO”
VOCE NARRANTE: Una pianura del Medio Oriente. Noè, i suoi tre figli e le loro mogli e i loro figli, i parenti e gli amici dei parenti guardano il cielo minaccioso. Poi cade a scrosci la pioggia che in un baleno allaga la pianura, sicchè i piedi di Noè e degli altri sono tutti sommersi.
NOE’ (urlando per il terrore): Il pediluvio! E’ incominciato il pediluvio universale!
ARCIDUCA: (è il solo a ridere).
BERTOLDO: (ai cortigiani) Forse il concetto di questa piccola commedia era troppo semplice per le vostre intelligenze. E’ chiaro che non riuscite ad afferrare il senso dei miei aforismi perchè mi odiate. Siete discendenti diretti del primo uomo biblico che provò tale sentimento. Sapete di chi parlo.
“L’ODIO DI CAINO”
VOCE NARRANTE: La sala da pranzo di Adamo, una sera durante la cena. Adamo è capotavola, Eva al suo fianco, Caino e Abele agli altri lati. Caino sta per condire l’insalata, guarda in cagnesco il fratello e rivolto al cameriere filippino:
CAINO: Manuel, passami l’odio!
MINISTRO DELLE FINANZE: (furente balza ai piedi del trono. All’Arciduca) Siamo tutti inquieti, Serenissimo, per l’atteggiamento irrisorio del buffone. Vorremmo umilmente supplicarti di mettere fine ai suoi dileggi e ai sarcasmi, anche quelli inscenati nelle sue abiette Commedie, che hanno il solo fine di porci in cattiva luce ai tuoi occhi luminosi.
ARCIDUCA: Sapete che vi dico? Mi avete tutti seccato. L’udienza è finita. Arrivederci (si avvia all’uscita).
VOCE NARRANTE: I cortigiani s’inchinano al suo passaggio, ignorando ostentatamente Bertoldo che lo segue ma non abbandonano la sala. Il Ministro della Guerra ha una perorazione da rivolgere ai valentuomini e alle gentildonne.
MINISTRO DELLA GUERRA: (sottovoce per non farsi sentire dagli stessi sbirri) L’eccelso Arciduca, Dio lo benedica, pecca a volte di troppa magnanimità. Dev’essere nostra obbligazione aiutarlo. Questo Bertoldo, che ci è capitato chissà come tra le scarpe, rischiamo di dovercelo tenere per millant’anni. Ripugnante, ipocrita, non ha nulla da perdere: finirà per infamare tutti noi nessuno escluso. E’ d’uopo sbarazzarcene. Vorrei sentire l’opinione del Ministro delle Finanze.
MINISTRO DELLE FINANZE: Avete sentito il cialtrone quanto disprezzo ha tentato di inoculare nell’animo nobile del nostro Signore verso di me e il mio lavoro? Concordo quindi appieno con l’analisi del collega e pongo ricchi premi a disposizione di colui o di coloro che avanzeranno la proposta più efficace per allontanare il brutto manigoldo dal Palazzo. Ma vedo che donna Concetta dei Carapuzzi, consorte del direttore di “Arciducato Sera”, vuole interloquire.
DONNA CONCETTA: Ho forse la soluzione. Mi risulta che l’ormai attempato conte Marcutiis, Credenziere di Corte, ha chiesto di andare in pensione. Come voi sapete, il compito del Credenziere è quanto mai avventuroso: quello fare la credenza, ovverosia gustare tutti i cibi e tutti i vini serviti sulla mensa arciducale per assicurarsi che non contengano sostanze venefiche. Per una serie di miracoli compiuti da Sant’Omobono, al quale è assai devoto, il vecchietto è riuscito sempre a scongiurare la morte. Ma la scongiurerà Bertoldo se, poniamo, riuscissimo a collocarlo a quel posto di estrema fiducia e se, poniamo ancora, l’arrosto di cinghiale di cui
l’Arciducaduca è tanto ghiotto sarà stato preventivamente farcito di cerfoglio egizio, veleno quant’altri mai micidiale?
VOCE NARRANTE: Alla consorte del noto giornalista brillano le pupille mentre descrive i contorcimenti dolorosissimi che dovrebbero accompagnare lo straziante laceramento dei visceri dell’odiato bifolco. Purtroppo, come dirà il Ministro della Cultura…
