da: Corriere della Sera
Morti a Venezia. Sono almeno cinque i cadaveri che costellano il terzo capitolo delle avventure del bravo Yashim, l’ eunuco detective creato da Jason Goodwin. Dopo L’ albero dei giannizzeri e Il serpente di pietra, entrambi ambientati a Istanbul negli anni fra il 1830 e il 1840, ora Il ritratto Bellini (traduzione di Cristiana Mennella, pp. 341, 18,50: anche questo come i precedenti pubblicato da Einaudi Stile libero) ci trasporta nella laguna in un’ estate carica di miasmi e di pericoli, tra nobili decaduti, mercanti d’ arte, poliziotti austriaci e mendicanti sinistri. Sotto la dominazione asburgica, la città è avviata verso una decadenza senza ritorno. La popolazione non ama i nuovi padroni (nel romanzo fanno una rapida apparizione pure i fratelli Bandiera), ma questo aumenta il clima di sospetti e di controlli che vige in città . Uno scenario di desolazione («in quegli anni Venezia era un luogo depresso, triste, noioso, dove tutto, palazzi e famiglie, andava in rovina» dice Goodwin) sul cui sfondo si svolge una strana ricerca, la caccia al ritratto di Maometto II, il conquistatore di Costantinopoli, eseguito da Gentile Bellini. Il giovane sultano Abdulmecid vuole…