La pecca di “Guerra e Pace”: Lieven sfida il grande Tolstoj in “Russia against Napoleon”

Lev Nikolaevič Tolstoj

Ci vuole un uomo coraggioso per a sfidare un  grande romanziere, scrive il New York Times. Ed è il caso di Lieven che ha deciso di scomodare addirittura il grande Tolstoj.
Professore  alla London School of Economics, esperto dell’impero zarista, Dominic Lieven, in “Russia Against Napoleon” ha appena pubblicato uno studio superbo e inedito sulla campagna militare russa contro Napoleone all’inizio del XIX secolo, le cui vicende sono state immortalate da Tolstoj in “Guerra e Pace”.

Lieven ritiene che il racconto di Tolstoj sia gravemente fuorviante e che abbia condizionato e distorto la nostra visione della Russia.

In primo luogo, Tolstoj racconta una guerra in cui gli individui hanno scarso controllo nel corso di eventi, mentre la competenza militare viene vista come un tratto peculiare del carattere tedesco. In secondo luogo, il romanzo finisce sostanzialmente nel 1812, prima che l’esercito russo inizi l’impegno straordinario  che portò alla sconfitta di Napoleone.

In  “Russia contro Napoleone” Lieven, dall’alto della sua competenza storica, pone l’accento sugli uomini che hanno guidato l’esercito russo per la vittoria – il giovane zar Alessandro e i suoi consiglieri –  e spiega che, mentre Napoleone potrebbe essere stato un genio sul campo di battaglia, Alessandro ha dimostrato una maggiore abilità diplomatica nel riunire la coalizione che alla fine lo ha sconfitto. Impresa non facile, data la paura dei francesi che ha prevalso nelle terre tedesche, così come  la paura di predominio russo.

Napoleone contro l'esercito russo nella battaglia di Beresina

La ragione per la quale i russi sono riusciti a convincere i prussiani e soprattutto gli austriaci, invece che unirsi a loro,  è che essi avevano già dimostrato che Napoleone poteva essere sconfitto. Fu determinante la gestione del loro lungo ritiro e nel 1812, che aveva attirato i francesi nella profonda Russia, lontani dalle loro linee di rifornimento, ed esposta a continui attacchi sui loro fianchi. È stata una strategia che ha richiesto molta fortuna oltre a un’amministrazione complessa nella fornitura di cibo e, soprattutto, cavalli, determinanti –  insiste Lieven – per poter vincere una guerra.

Lieven fa un istruttivo parallelo con quello che è successo a Parigi, quando l’Armata russa marciò verso la capitale francese: in poche ore i topi fuggirono sulla nave di Napoleone, mentre  il principe di Talleyrand negoziava la successione. Lieven ci trascina nel cuore dei militari russi. Lui stesso vanta una discendenza da ufficiali imperiali e offre ai suoi lettori una visione eroica di Alessandro, l’uomo che «più di qualsiasi altro individuo è stato responsabile della caduta di Napoleone». L’orgoglio di Lieven è evidente anche quando ci ricorda che le guardie dello zar erano « le truppe migliori di tutta l’Europa».

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