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Lord Byron, la storia di un poeta, un eroe e… un porcellone

Thomas Phillips, Lord Byron in abiti albanesi (1835 circa)Thomas Phillips, Lord Byron in abiti albanesi (1835 circa)
Thomas Phillips, Lord Byron in abiti albanesi (1835 circa)

ROMA – Lord Byron fu un poeta, un eroe ma anche un porcellone: un po’ lo si sapeva ma ora un nuovo libro getta una luce spietata e sinistra su uno dei personaggi più gloriosi del Romanticismo.

Il libro, di Miranda Seymour, è intitolato “In Byron’s Wake” (Sulla scia di Byron). Dedicato a due donne, la moglie e la figlia, fa vedere come l’ombra, l’onda dello sregolatissimo genio condizionò la loro vita e non solo la loro ma anche quella di altre donne. Byron è un personaggio che si studia a scuola. Una specie di protomartire del Risorgimento italiano. Morì di febbri reumatiche a Missolungi, in Grecia, allora sotto l’impero Ottomano.  Aveva preso il comando di un reparto dell’esercito di liberazione greco e programmava l’assalto alla fortezza di Lepanto, occupata dai turchi. Aveva 36 anni e ne aveva fatto di tutti i colori. Al punto che i preti della Abbazia di Westminster a Londra non ce lo vollero nemmeno da morto.

Grande poeta ma anche protagonista di una vita scandalosa, segnata dall’incesto (dalla sorellastra ebbe una figlia, Allegra, morta a soli 5 anni di età in Italia. Byron Chissà perché Abramo lo poté fare e Byron no, misteri della storia e della fede).Centinaia di amanti donne ma anche forti sospetti di omosessualità (a quei tempi e fino a pochi anni fa ci finivi in galera, ricordate Wilde e Turing) al punto che dovette scappare e rifugiarsi in Italia, dove fu contagiato dal male della rivoluzione e della libertà. In Italia visse 7 anni, prima a Venezia e Ravenna, poi a Pisa, infine a Genova, con un passaggio per Lerici e Porrtovenere. Si raccona, ma sarebbe falso, che avrebbe attraversato a nuoto il golfo, nuotando per otto chilometri fino a San Terenzo. Fra le amanti donne di Byron forse la più famosa fu Lady Caroline Lamb, personaggio straordinario sotto vari aspetti cui fu dedicato, negli anni ’70, un bel film. Nata nel 1785 e morta 43 anni dopo, Lady Lamb scrisse un romanzo, dominò soprattutto la scena mondana dell’alta società inglese e diede scandalo con la sua tempestosa relazione col poeta.

E dove se non al party valzer mattutino di Lady Caroline Lamb, la bella ventenne Annabella Milbanke poteva incontrare il futuro marito, il poeta Lord Byron?, si chiede l’autrice del libro. Era il tipo di intrattenimento previsto per la giovane ereditiera provinciale, una delle ragazze più corteggiate a Londra, durante la sua terza London Season, nel 1812. Nelle prime due Season, Annabella aveva rifiutato diversi pretendenti ma si innamorò perdutamente del poeta. Era incuriosita dalla sua aria sprezzante e, a quanto pare, tutta l’alta società londinese era infatuata di quel dandy zoppicante, pallido, raffinato e sessualmente deviato. Elizabeth, Duchessa del Devonshire, osservò: “È l’unico argomento di quasi tutte le conversazioni, gli uomini sono gelosi di lui, le donne l’una dell’altra”. Il libro parla della vita di due donne: la moglie Annabella e l’unica figlia di Lord Byron, Ada Lovelace, matematica inglese ricordata come la prima programmatrice di computer al mondo. Ma l’ombra di Byron è onnipresente, ha pervaso la vita delle due donne, molto tempo prima di morire. Il matrimonio con Annabella è durato solo un anno e, dal primo giorno, si era rivelato un totale fallimento.

Byron, donnaiolo impenitente che si riferiva agli incontri sessuali come “pranzi bollenti”, sposò Annabella solo per poter mettere le mani sulla fortuna che avrebbe dovuto ereditare e utilizzare un matrimonio rispettabile come copertura dell’incestuoso rapporto con la sorellastra Augusta Leigh, con la quale aveva segretamente generato una figlia, Medora. L’ingenua Annabella non ne aveva idea e pensava ad Augusta come a una cognata. Il sistema di controllo coercitivo di Byron era incredibile. “Se il marito non picchia o rinchiude la moglie, lei non ha il diritto di lamentarsi. Io non ho fatto nessuna delle due cose”. Scrive l’autrice riferendosi a Byron:”Avrei voluto urlargli contro mentre leggevo della sua collera quando era ubriaco e il modo in cui spediva la moglie al piano di sopra a dormire presto, così da poter andare al piano di sotto con Augusta, andata a vivere con loro nella casa in affitto a Piccadilly”. Nel periodo in cui Annabella era in stato di avanzata gravidanza, Byron le mandò un messaggio in camera da letto, in cui scriveva di smetterla di camminare su e giù per le assi scricchiolanti perché il rumore dava i nervi a lui e Augusta. Quando Ada ebbe un anno, terrorizzata all’idea che il marito volesse ucciderla, Annabella scappò dai genitori con la figlia e non rividero mai più Byron. Emerse anche una misteriosa accusa secondo cui il poeta, in un impeto di follia, avesse effettivamente commesso un omicidio. Spaventato a morte, anche per timore di essere condannato di sodomia e incesto, fuggì in Italia. Morì in Grecia otto anni dopo, e circa cinquemila “pranzi bollenti”, a soli 36 anni. Il libro di Seymour è la storia di due donne lungimiranti che avevano bisogno di essere coraggiose per combattere la macchia del disonore dovuta a un uomo il cui incesto era una fonte inesauribile di pettegolezzi. La loro reputazione era distrutta e per anni Lady Byron rimase dietro le quinte, ben lontana da posti in cui potesse essere notata. Nel momento in cui ereditò una grande fortuna, Annabella si dedicò alla ricostruzione della reputazione, facendo opere di bene e la Seymour cita per il lettore una statistica sbalorditiva: nel 1840, il governo britannico aveva speso 30.000 sterline per l’istruzione e 70.000 sterline per il miglioramento dei canili e lo stazionamento al castello di Windsor. Per correggere la rotta di quell’assurda situazione, Lady Byron fondò scuole in tutto il Paese, per istruire i bambini. Era anche un’apprezzata abolizionista: due dei primi membri dello staff, impiegati nelle sue scuole nel Surrey, furono Ellen e William Craft, due neri americani liberati dalla schiavitù. Generosa e prudente, sapeva gestire bene i suoi conti finanziari, se fosse nata un secolo e mezzo più tardi, sostiene Seymour, avrebbe potuto essere l’amministratore delegato di una banca. Dopo la sua morte, a 67 anni nel 1860, la reputazione di Lady Byron come riformatrice sociale generosa e progressista fu fatta a pezzi da articoli velenosi in cui era scritto che era stata complice e testimone della relazione incestuosa di Byron.

Byron, nel frattempo, dopo la morte diventò un eroe incompreso e patrimonio nazionale. Ada, che possedeva la creatività e l’instabilità del padre, l’intelligenza della madre, era impossibile diventasse una casalinga del XIX° secolo. Era una bambina precoce, all’età di 11 anni era decisa a imparare a volare e aveva trasformato una sellerie in una “stanza volante”, appesa con le corde. Per tre anni, durante l’adolescenza, rimase paralizzata e costretta a rimanere a letto. Solo nel 1831 tornò a camminare con l’aiuto delle grucce e fu in quegli anni che sviluppò la passione per la matematica. Come Byron, aveva il potere di incantare e catturare persone intelligenti. Quando il suo mentore, matematico e inventore Charles Babbage, le parlò della sua macchina analitica, il primo computer meccanico in senso moderno, rimase colpito dall’intelligenza di Ada che fu una delle poche persone a capire pienamente le idee di Babbage e grazie a ciò riuscirono a creare un programma per la macchina analitica. La macchina è stata riconosciuta come un primo modello per il computer e gli appunti di Ada come una descrizione di un computer dotato di software.

Le sue note furono identificate alfabeticamente dalla A alla G, e lei descrive un algoritmo per la macchina analitica per calcolare i numeri di Bernoulli, che oggi viene generalmente riconosciuto come il primo programma informatico della storia. La macchina analitica non ricevette mai finanziamenti e non fu mai realizzata ma il linguaggio di programmazione Ada, il cui sviluppo è stato finanziato nefgli anni ’70 dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, è così chiamato in suo onore. Era una madre disattenta e irrecuperabile. L’unica regola rigida per i tre figli era che non dovessero mai essere lasciati soli tra di loro: la famiglia temeva che la tendenza incestuosa di Byron si manifestasse nella generazione successiva. L’ombra del poeta era continuava ad aleggiare anche sui poveri fratelli che nel corso dell’infanzia rimasero separati.

Published by
Gianluca Pace